Jurgen Klinsmann alla Milano Football Week ha scomodato mostri sacri per parlare di Nicolò Barella. “Paragone Barella-Matthaus? Ci può stare. Matthaus era il tradizionale numero 8, andava su e giù per il campo con un’energia incredibile, non si è mai stancato. Aveva uno scatto incredibile, un tiro incredibile. Anche Barella fa queste cose: è dappertutto, a sinistra, a destra, poi va in area di rigore perchè vuole fare gol. C’è un pochino di Matthaus in lui, il paragone ci può stare”. Dichiarazioni forti considerato che il tedesco ha vinto un Pallone D’Oro con la maglia dell’Inter.
“Brehme? Quando ci ha lasciato, un paio di mesi fa, ha lasciato un buco enorme nel mondo del calcio tedesco, ma anche qui: è stato un ragazzo favoloso, non solo un gran calciatore. Poteva giocare con il destro o con il sinistro, era uguale. Era sempre di buonumore, scherzoso, positivo: era l’equilibrio della squadra. Avevo litigato con Lothar, una volta anche con Zenga, eravamo tutti “maschi alfa”. Poi c’era Brehme: lui poteva correggere chiunque, era sempre lì per gli altri. Quando è morto siamo rimasti senza parole. Al suo funerale c’era mezza squadra: Pellegrini ha ordinato un aereo privato per 10-11 ragazzi della nostra squadra per essere lì. Se n’è andato troppo presto“.
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