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La nuova Juventus di Igor Tudor: un cambiamento tattico imminente

Come Igor Tudor trasformerà la Juventus con un nuovo modulo tattico e quali giocatori saranno fondamentali nel suo sistema di gioco.

Dopo stagioni altalenanti e cambi in panchina che non hanno portato la stabilità desiderata, la Juventus si appresta a inaugurare una nuova fase sotto la guida di Igor Tudor. Ex difensore bianconero e tecnico dal temperamento deciso, Tudor è stato chiamato per dare un’identità forte alla squadra, sfruttando al meglio una rosa giovane ma già ricca di talento. La grande domanda è: come verrà utilizzata questa rosa?

Un’identità basata sull’intensità e il gioco diretto

Igor Tudor predilige da anni un sistema di gioco aggressivo e dinamico, spesso articolato sul 3-4-2-1. Questo modulo non solo garantisce solidità difensiva, ma anche ampiezza e verticalità nella fase offensiva. Alla base della sua filosofia c’è un pressing alto, transizioni rapide e trequarti tecnici capaci di accendere l’azione.

Guardando la rosa attuale, è evidente come Tudor possa implementare questo approccio con coerenza. In difesa, i tre centrali ideali sembrano essere Gatti, Renato Veiga e Kalulu, con Kelly e il giovane Savona pronti a inserirsi, aspettando Bremer. Sulle fasce, Weah e il giovane Alberto Costa a destra, e Cambiaso, Mbangula e Rouhi a sinistra garantiscono corsa e duttilità, nonostante l’assenza di Cabal. Tra i giovani, attenzione a Turicchia.

Un centrocampo fisico e creativo, una trequarti esplosiva

Nel cuore del campo, Tudor può contare su Locatelli e Douglas Luiz per dare equilibrio e impostazione. Thuram e McKennie porteranno dinamismo e inserimenti, mentre il talento di Adzic potrebbe esplodere proprio in un sistema che valorizza il lavoro tra le linee.

Ma è nella trequarti che il tecnico croato avrà la possibilità di sbizzarrirsi: Koopmeiners e Nico Gonzalez possono giocare sia larghi che stretti, Yildiz aggiunge estro e creatività, mentre Conceicao, con la sua tecnica in velocità, potrebbe essere una vera arma tattica.

E davanti? Lì la scelta è tra due punte di grande livello: Vlahovic, il terminale classico, potente e letale, oppure Kolo Muani, più mobile e utile in un gioco fatto di scambi veloci e spazi da attaccare.

Tudor non stravolgerà la Juventus, ma la ricostruirà tatticamente su basi nuove. Il suo 3-4-2-1, con giocatori scelti per caratteristiche compatibili, punta a far rendere al massimo una rosa profonda e moderna. Ora non resta che attendere il campo, dove si capirà se questa rivoluzione silenziosa sarà davvero vincente.

Redazione F

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