ROME, ITALY - AUGUST 18: SS Lazio fans during the UEFA Champions League qualifying round play off first leg match between SS Lazio and Bayer Leverkusen at Olimpico Stadium on August 18, 2015 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
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Sparta Praga-Lazio, gara valida per gli ottavi di finale di Europa League e terminata con il punteggio di 1-1, è stata ieri sera interrotta per circa un minuto. Nel corso del primo tempo, infatti, sono partiti buu razzisti nei confronti del calciatore di colore Costa: gli ululati sono partiti dal settore ospiti, occupato sì dai sostenitori biancocelesti, ma anche da quelli di Wisla Cracovia e del Levski Sofia. Il direttore di gara ha interrotto la partita, invitando la squadra di casa a comunicare tramite lo speaker dello stadio che se i buu fossero continuati, la partita sarebbe terminata in anticipo.
Il messaggio ha sortito l’effetto sperato e gli ululati non si sono più ripetuti, ma gli ispettori Uefa hanno annotato tutto, anche il fatto che il settore ospiti non fosse occupato solamente da tifosi della Lazio. Come confermato in conferenza stampa sia da Stefano Pioli, sia dal responsabile alla comunicazione biancoceleste, è stato lo stesso Costa ad accorgersi dei buu, informando prontamente il direttore di gara e che comunque l’Uefa non dovrebbe prendere alcuna decisione avverso al club capitolino. Durante la partita, infatti, qualcuno si sarebbe accorto di identici buu anche all’indirizzo del centravanti della Lazio, Keita, oltre che continui cori “italiano bastardo”.
In linea puramente teorica, dunque, il mix di tifosi presenti nel settore ospiti e le altre situazioni segnalate, dovrebbe giocare a favore della Lazio, che però già nel 2012-2013 giocò due partite a porte chiuse di Europa League a causa dei cori razzisti e del saluto romano da parte dei suoi tifosi. La recidività potrebbe far scattare una sanzione nei confronti del club di Lotito, che rischia dunque di giocare il ritorno contro lo Sparta Praga con l’Olimpico deserto.
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