Cesare Prandelli ha analizzato il momento della Juventus sulle pagine della Gazzetta dello Sport, elogiando l’impatto di Igor Tudor. “Un cambio in panchina porta sempre una reazione, e così è stato per la Juve. Era inevitabile”, ha dichiarato l’ex ct azzurro. Tudor, a suo avviso, ha saputo mettere mano alle lacune tattiche con pragmatismo, sistemando la posizione di talenti come Yildiz e Nico. Senza rinnegare il lavoro di Thiago Motta, Prandelli riconosce che l’ex tecnico chiedeva un gioco più cerebrale, forse troppo per una squadra non sempre pronta a seguirlo. “Tudor lascia i giocatori più liberi, e i risultati si vedono”, ha aggiunto, evidenziando una Juventus più sciolta e incisiva, capace di ritrovare smalto dopo un avvio complicato.
Non solo l’allenatore, però: per Prandelli, anche i giocatori devono assumersi le loro responsabilità. “Alcuni non erano pronti a recepire certi concetti, ma la colpa non è solo dell’allenatore”, ha detto, puntando il dito su Teun Koopmeiners. L’olandese, reduce da stagioni brillanti all’Atalanta, sembra aver smarrito la sua verve: “Uno come lui non può limitarsi al compitino, deve prendersi responsabilità”. Prandelli chiede al centrocampista di tornare leader, di essere il motore di una squadra che ha bisogno di personalità per spiccare il volo.
Prandelli chiude con un invito alla dirigenza: “Tra Thiago e Giuntoli c’era un oceano. Serve la società”. Per l’ex tecnico, la Juventus ha bisogno di una figura di riferimento, un direttore tecnico che dialoghi costantemente con l’allenatore, anche a costo di critiche scomode: “Uno che dica: ‘Perché quel giocatore è lì? Sei sicuro di questa difesa?’”. Una presenza autorevole, capace di analizzare e stimolare, manca non solo in prima squadra, ma anche nel settore giovanile. Nonostante tutto, Prandelli resta fiducioso: “La Juve ha le carte in regola per la Champions”. Con Tudor in panchina e una società più vicina, i bianconeri possono guardare al futuro con ottimismo.
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