Sono trascorsi solo cinque mesi da quando l’Inter chiuse il campionato con una straripante vittoria contro l’Udinese per poi godersi la festa scudetto.

In poche settimane poi, il sogno si è sfaldato sotto il sole estivo come un ghiacciolo lasciato in riva al mare. Conte segue le orme di Mourinho e lascia tutto proprio sul più bello e poi i vari colpi d’assestamento, prima Hakimi poi Lukaku. Il tutto condito dal (momentaneo) addio al calcio di Eriksen, spesso sottovalutato tatticamente.

Scritta una pagina si passa sempre a quella successiva, ed ecco la banda Inzaghi. Aria fresca con Correa, Calhanoglu, Dzeko e Dumfries. Al netto degli scettici l’Inter è li, in terza posizione, non lasciando troppo terreno ad un Milan e Napoli che paiono cavalli che corrono in un’altra categoria.

L’Inter di oggi, sicuramente tornata la solita pazza squadra, è molto più simile di quello che sembra all’Inter contiana. Partendo dal modulo. Resa il 3-5-2 il cardine dei nerazzurri, anche se gli interpreti mutano. Dopo 10 giornata sono 21 i punti come nella scorsa stagione, con un bilancio (sportivo) identico. Sei vittorie, tre pareggi e una sconfitta. Persino sottorete, senza Lukaku, l’Inter è la stessa macchina da gol, registrando un bottino di 26 marcature. Un lieve sorriso in difesa dove i nerazzurri hanno incassato due reti in meno rispetto alla scorsa stagione: 12 contro i 14 di allora.

La vera differenza la fa la speranza che viene riposta nella qualificazione in Champions. A differenza dell’Inter contiana bloccata sui 2 punti con una differenza di reti negativa (-1) la nuova Inter targata inzaghi dopo il successo contro lo Sheriff vanta 4 punti, una differenza di marcature positiva (+1) e una grande canche di qualificazione, moldavi permettendo.

La vera brezza di buone notizie arriva in chiave rinnovi. Al netto delle difficolta economiche della proprietà e della società e del bilancio chiuso con un record in negativo. La società si muove e si muove bene per blindare i pilastri della formazione.

Lautaro Martinez, prima cambio di Icardi, poi spalla di Lukaku e ora pilastro d’attacco. L’attaccante argentino ha da poco raggiunto un accordo con il club fino al 2026,  6 milioni di euro netti a stagione lausola recissoria di 111 milioni rimossa. Dopo Lautaro è stato il momento di Barella, il talentuoso centrocampista italiano. In settimana è attesa la firma di un contratto di altri cinque anni a circa 5 milioni di euro a stagione e una fascia di capitano cucita sul braccio. Non si ferma qui il club milanese, nel mirino anche Brozovic, andato lungo in chiave rinnovo per i continui cambi d’agente. Ora è il papà del croato a gestire i suoi interessi e la società punta a blindarlo fino al 2025, con cifre simili a quelle proposte a Barella.

L’Udinese è il bivio della scorsa stagione nerazzurra. All’andata Lukaku e soci falliscono il sorpasso al Milan fermandosi allo 0-0. Poi però inizia l’apoteosi interista, con la striscia di 11 vittorie di fila che stacca i rossoneri nettamente battuti nel derby. L’incrocio con l’Udinese si chiude il 23 maggio con la festa scudetto, una vittoria sonora per 5 reti ad 1 e i tifosi finalmente vicini alla squadra, anche se fuori dallo stadio.

L’Inter respira una nuova aria, il campionato è appena iniziato e la strada è ancora lunga. Si riparte dalle certezze, le colonne portanti ora non si toccano più. Avversarie avvisate: i nerazzurri non hanno smesso di crederci.

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ultimo aggiornamento: 30-10-2021