É uscito nelle sale cinematografiche “Adesso vinco io“, il docufilm su Marcello Lippi. L’ex tecnico di Juve e Azzurri ne ha parlato a Sky Sport. Ecco le sue parole.
CHAMPIONS JUVE – «Non lo so, non ne ho la più pallida idea. Noi eravamo forti, abbiamo fatto tre finali di Champions. In quel periodo abbiamo vinto 5 Scudetti, la Coppa Intercontinentale. Quel gruppo era forte, se costruisci un gruppo forte e in sintonia riesci a fare dei cicli importanti e fortunati».
CAMPIONATO – «L’Inter non me l’aspettavo così forte e dominante. Mi aspettavo un pochino di più dalle altre. Se ha già vinto lo Scudetto? Ha 9 punti di vantaggio sulla seconda… Ieri ha giocato a Lecce con 8-9 non titolari e ha vinto 4-0. Tutto quello che fanno viene ad hoc. La Juve? Me la aspettavo un pochino più avanti. Non mi aspettavo questo distacco tra Juve e Inter a questo punto del campionato».
FILM – «Il film si può anche paragonare a una vittoria, vuol dire aver fatto qualcosa di importante nella vita professionale e io ritengo di averlo fatto. Io “adesso vinco io” non l’avevo mai detto prima (ride, ndr). Ma ogni volta che ci si avvicinava a una competizione dicevo sempre ai miei giocatori che avremmo vinto noi, quello sì. Non ho mai chiesto di giocare bene ma di vincere».
FILOSOFIA VINCENTE – «Io volevo trasmettere alle persone che lavoravano con me la fiducia di poter essere vincenti. Non solo partecipare e fare bella figura, ma vincere. Soprattutto se hai la fortuna o l’abilità di trovarti o scegliere giocatori bravi. Io avevo squadre forti e ci ho messo del mio facendole rendere al massimo delle loro possibilità».
TANTI CAMPIONI DEL 2006 ADESSO IN PANCHINA – «L’ultimo è De Rossi, che a Roma sta facendo molto bene. Mi fa piacere che questi ragazzi facciano gli allenatori con quella mentalità che cercavo di trasmettergli io».
GIOCHISTI E RISULTATISTI – «In assoluto è sempre meglio fare risultati rispetto a giocar bene. Però è semplice pensare che senza giocare bene è difficile fare risultati. Perciò giocare un buon calcio, utilitaristico e non fine a se stesso, è la via migliore per ottenerli».
SPALLETTI – «Come idea è il massimo che possa esserci. Oltre che un amico è una persona di grande capacità e cultura calcistica, simpatica, che ti trasmette sensazioni positive. Mi sembra stia nascendo una squadra che ha le sue qualità»
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