Tutto è partito da un articolo di Giancarlo Dotto pubblicato dal Corriere dello Sport, edizione nazionale. Il giornalista, che non ha mai nascosto le sue simpatie per la Roma, tratteggiava in maniera molto faziosa e a tratti aspra, le differenze “antropologiche” sul modo di intendere il tifo e le vittorie tra i romanisti e i laziali. Un pezzo da tifoso su un quotidiano a tiratura nazionale che non è stato gradito dalla tifoseria biancoceleste (che ha criticato il quotidiano romano) e dai dirigenti del club capitolino. La prima risposta della Lazio è arrivata per bocca di Stefano De Martino, responsabile della comunicazione, che ha definito l’articolo come un “festival della cialtroneria”.
Poi è stata la volta di Lotito che direttamente dalla pagine del Corriere dello Sport (una mossa per “mettere una pezza” all’articolo di Dotto?) ha replicato sarcasticamente a Dotto consigliando alla Roma di tenersi stretti i dirigenti laziali (negli ultimi giorni la tifoseria giallorossa contesta anche questo aspetto al proprio club) e di non abbattersi, né pensare al suicidio dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia. Ieri Dotto ha fatto una parziale marcia indietro dicendo che non era sua intenzione offendere i tifosi della Lazio. E sempre ieri la parola è passata a James Pallotta, presidente dell’As Roma. Lo statunitense ha attaccato Lotito definendolo un tifoso della Roma:
“A quanto pare Lotito sente il bisogno di parlare costantemente dell’AS Roma a sproposito e con evidenti inesattezze. Forse è vero quello che si dice, che è un tifoso della Roma. Voglio rassicurare lui e chiunque altro che l’AS Roma è viva e solida. E che importanti risultati sul campo arriveranno presto. Per quanto riguarda la governance del calcio, abbiamo idee e piani migliori per il futuro. La nostra priorità adesso è soltanto la prossima stagione, non gli sterili e inutili dibattiti sulla stampa”.
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