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Milan, Fonseca attacca duramente la sua squadra: “Io lavoro, ma altri…”

Fonseca nel post Milan-Stella Rossa non ci sta a passare da capro espiatorio di un Milan ancora sotto ritmo. Le frasi del portoghese sono precise e dirette ad un obbiettivo.

In un mondo del calcio che spesso appare reticente a mostrare il vero volto delle emozioni, le dichiarazioni post partita di Paulo Fonseca, allenatore del Milan, dopo il successo per 2-1 contro la Stella Rossa di Belgrado, assumono i contorni di un vero e proprio sfogo.

In un mondo troppo spesso basato sulle false apparenze, Fonseca pare nuovamente utilizzare l’importanza della comunicazione autentica anche per la gestione del morale e della motivazione della squadra. Fonseca, con le sue parole, sembra incarnare davvero questo principio, seppur attraverso un messaggio duro e carico di frustrazione.

Atteggiamento ed incostanza

Nonostante la vittoria, Fonseca si è detto deluso dall’atteggiamento della squadra, paragonata ad una “montagna russa” incapace di garantire costanza nelle prestazioni.”Se ci sarà bisogno di portare i ragazzi della Primavera o di Milan Futuro, lo farò. Senza problemi”. Questo è un chiaro campanello d’allarme sul livello di allerta raggiunto dal tecnico riguardo al suo Milan. Le sue dichiarazioni non lasciano spazio a interpretazioni: è necessario un cambiamento, e subito.

La questione principe

L’allenatore si è mostrato categorico sul suo metodo di lavoro e sulla condotta che si aspetta dai suoi giocatori. “Io so che lavoro tutti i giorni per fare bene e insegnare alla squadra. Non so se tutti in squadra possono dire questo,” ha dichiarato, evidenziando una mancanza di impegno di alcuni elementi del gruppo. “Quando entriamo in una partita decisiva come questa e abbiamo questo tipo di atteggiamento, senza dare tutto per questa maglia, le cose sono difficili. Abbiamo l’obbligo di dare tutto. Si può sbagliare un passaggio, ma è difficile guardare questo” è la frase decisiva che non lascia spazio ad interpretazioni.

Paulo Fonseca

Nomi e cognomi?

Quando interrogato sulla possibilità di relegare in panchina giocatori del calibro di Theo Hernandez, simile a quanto accaduto a suo tempo per Rafa Leao, Fonseca mantiene una linea di pensiero orientata al merito, mettendo in chiaro che nessuno è al di sopra del progetto di squadra. Fonseca non si riferisce nel suo sfogo a specifici giocatori ma la sua frustrazione in merito a concetti di tale importanza è chiara, anche perché va avanti da tempo: *Arriviamo qui e in una partita decisiva abbiamo questa sensazione di non fare tutto per vincere. Questa è la peggiore sensazione. La squadra deve capire che questo non può succedere”.

 

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