Gli argentini si perdono nella Pampa, Higuain e Tevez, ma il centrocampo bianconero risolve la partita al San Paolo. Sono Pogba e Vidal i protagonisti di Napoli-Juventus: uno apre la partita, l’altro la chiude. In mezzo, il pari di Britos e il 2-1 di Caceres. I fuochi d’artificio partenopei vengono spenti dai campioni d’Italia, che si comportano da grande squadra. Soffrono, ma questa volta non perdono la tramontana.
Non è stata la miglior Juve della stagione, intendiamoci. A un certo punto, la storia dell’ultimo mese pareva ripetersi. Llorente e compagni troppo schiacciati indietro, il Napoli che spinge e affolla la metà campo ospite. Come a Doha, rimonta. Ma la voglia di vincere del team di Allegri questa volta prevale nella punizione di Pirlo con zampata di Caceres, uno che non ti aspetti e che invece risulta decisivo.
Poi, Higuain e Zapata si mangiano la possibilità del pareggio e il contropiede Morata – Vidal è letale. Le polemiche fioccano dopo il fischio finale. Aurelio De Laurentiis su twitter parla di arbitri che hanno scortato la Signora per il 2-1 segnato in fuorigioco. Un po’ di camomilla non farebbe male a uno che di mestiere produce cinema. E a cui piace farne davvero tanto.
Napoli-Juventus 1-3 | Foto Serie A 2014/2015
Il fuorigioco, se c’è, è questione di centimetri. Chiellini è in offside, ma la sua posizione viene considerata passiva. Maggio, invece, pare tenere in gioco di poco Caceres. In ogni caso, è sempre la solita storia: quando gioca la Juve, le sviste arbitrali sono fatte sempre in malafede. Quando in campo ci sono altre squadre, gli errori sono semplicemente errori.
Dobbiamo metterci d’accordo. Se Calciopoli non è sepolta, chi sa parli. Se, invece, si vuole solo soffiare sul solito vento di polemiche quando in campo ci sono i campioni d’Italia, allora il giochino è inutile. E pure ormai desueto. Caro De Laurentiis (non sempre il Natale può essere stupefacente), esca dal coro, ammetta che il Napoli non è stato fermato dall’arbitro, ma da una squadra che ha saputo soffrire e ha vinto con merito. Bisogna saper vincere, ma soprattutto perdere nella vita. Con eleganza. Non da cafoni, come successo nella finale di Supercoppa italiana, quando non vi presentaste alla premiazione.
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