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“Negru” non è razzismo, ma l’Uefa sospende lo stesso Coltescu

Sono passati tre mesi ma finalmente l’Uefa si è pronunciata sul caso dell’arbitro romeno Sebastian Coltescu. Lo scorso 8 dicembre 2020, in qualità di quarto uomo di Paris Saint Germain-Basaksehir, il fischietto si è reso protagonista di un’espressione che aveva mandato su tutte le furie i turchi. La parola “negru”, nello specifico, fece perdere la testa al vice tecnico del Basaksehir, Webo, ma secondo l’Uefa, non fu un’espressione razzista. “Nel contesto internazionale, l’uso corretto della lingua è essenziale per evitare situazioni come quelle che si sono verificate in questa partita”, fa sapere la Commissione disciplinare dell’Uefa. Insomma, no razzismo, ma uso inappropriato di un termine.

Negru: non fu razzismo, ma uno inappropriato della lingua

Il putiferio si è scatenato al 13’ della partita di Champions League, quando l’arbitro ha chiesto al suo collaboratore chi avesse protestato in maniera veemente dopo una sua decisione. Ebbene, Coltescu per indicare la persona da sanzionare, utilizzò appunto la parola “negru”, mandando su tutte le furie Webo e altri componenti della panchina turca. La partita fu allora sospesa e ripresa il giorno dopo una con arbitri stavolta olandesi. Dopo aver avviato un’inchiesta interna, l’Uefa è giunta finalmente a sentenza dopo tre mesi esatti: Coltescu non si è reso protagonista di epiteti razzisti o discriminatori, ma ha comunque violato l’articolo 11 del regolamento che si occupa della condotta dei tesserati.

Coltescu e Sovre: per loro programma educativo

Per effetto di quanto stabilito dalla Commissione Disciplinare dell’Uefa, Coltescu non potrà arbitrare nel suo Paese fino al 30 giugno 2021, mentre a livello europeo la sua federazione aveva già stabilito che non sarebbe più stato designato. E non è tutto, perché l’arbitro dovrà prendere parte, assieme al collega Sovre – che se l’è cavata solo con un richiamo per comportamento inappropriato – ad un programma educativo. Sanzione anche per Webo, che dovrà scontare una gara di sospensione per “comportamento antisportivo”, ovvero per le intemperanze avvenute in seguito ad una decisione dell’arbitro e prima che Coltescu pronunciasse la parola “negru”. “I funzionari – si legge nel comunicato dell’Uefa – dovrebbero prendere le decisioni migliori sulla scelta della lingua e delle parole da utilizzare nelle competizioni. Un uso corretto della lingua è essenziale per evitare situazioni come quelle che si sono verificate durante la partita”.

Redazione Blogo

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