Pablo Daniel Osvaldo si sta giocando tanto, se non tutto, in pochissime partite: la riconferma alla Juventus e un posto per i mondiali in Brasile con la maglia azzurra. Non deve sbagliare, soprattutto non deve sbagliare in maniera grottesca e poco in linea con la mentalità vincente dei bianconeri, occasioni come quella gettata al vento per superficialità (o eccesso di protagonismo) nel primo tempo di Catania.
Quel tacco svogliato, alla Balotelli più che alla Vucinic, una volta servito da solo davanti ad Andujar grida vendetta e l’azione ha lasciato il segno anche tra i compagni. Nell’intervallo della partita Osvaldo sarebbe stato infatti “ripreso” da Pirlo e Buffon e qualche altro senatore bianconero a proposito dell’accaduto (Conte si era già accomodato in tribuna insieme a Maran per provvedimento disciplinare). “Qui siamo alla Juve” il concetto.
Osvaldo pare averla presa bene, a differenza di quanto accadeva a Roma quando in genere le discussioni accese finivano con qualche occhio nero, e anzi avrebbe chiesto scusa facendosi poi perdonare con l’assist aereo per l’accorrente Tevez nell’azione che di fatto ha deciso la partita (in realtà ad inizio ripresa aveva gettato goffamente alle ortiche una belle palla morbida di Lichtsteiner).
Quindi redarguito e perdonato, e forse adesso anche catechizzato a dovere in vista di un finale di stagione in cui Conte chiede le risposte che attendeva nel momento in cui ha avallato l’acquisizione dell’attaccante, anche se a titolo temporaneo, nel gennaio scorso.
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