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Pro Patria-Milan: identificati 5 tifosi | Petkovic: “In Serie A non si sarebbe sospesa”

Un ventenne, residente a Busto Arsizio, è stato denunciato per i cori rivolti nei riguardi di Boateng durante l’amichevole sospesa tra Pro Patria e Milan, a Busto Arsizio. Gli investigatori gli contestano il reato di divulgazione di espressioni di razzismo (legge Mancino). Il ragazzo, tifoso abituale della Pro Patria, secondo il personale della questura di Varese e del commissariato di Busto Arsizio, “si è reso responsabile di aver indirizzato nei confronti dei giocatori di colore, in concorso con altri soggetti in corso di individuazione, espressioni offensive di tipo discriminatorio”.

Altri cinque tifosi tra i 20 e i 28 anni sono stati identificati in serata: si tratta di profili abbastanza simili a quello del primo ragazzo e sarebbero noti frequentatori dello stadio seppur non appartenenti a frange estreme del tifo bustocco. Intanto, intervistato anche dalla Cnn, Kevin Prince Boateng ha ribadito le sue intenzioni, sottolineando di essere pronto a lasciare il campo anche in partite ben più importanti:

“Non importa che partita sia, amichevole, internazionale, o con la nazionale, ma se fatti come quelli di Busto Arsizio si ripeteranno, io lascerò ancora il campo. L’arbitro mi diceva di non preoccuparmi, ma c’era da preoccuparsi. Ero arrabbiato ma anche triste, come possono accadere ancora certe cose?”. Insomma, un Prince mai visto, duro al punto giusto. “Uscirei di nuovo dal campo, non importa se è un’amichevole o una gara di Champions League”

Chissà se succederebbe realmente una cosa del genere in una partita di Serie A o di Champions League. Più scettico sull’argomento è invece Vladimir Petkovic, tecnico della Lazio:

“Non penso che in una gara di campionato si sarebbe interrotta la partita. Dipende se tutto lo stadio o solo un gruppo avesse fatto certi cori. E’ un episodio vergognoso. Non penso ci siano tanti stadi in Europa dove succedono tali cose. I tifosi dovrebbero cominciare a cacciare certa gente”.

Clarence Seedorf, invece, non approva del tutto il segnale lanciato da Boateng, ritenendo che reazioni del genere la danno vinta ai tifosi razzisti. L’opinione del giocatore del Botafogo intervistato dalla BBC:

“Lasciando il campo mandi un segnale ma dovrebbe accadere più di una volta, non penso che così cambi davvero molto. In questo modo stiamo solo dando a un piccolo gruppo il potere di piantare un casino col loro atteggiamento. “Gli autori dei cori dovrebbero essere identificati e buttati fuori dallo stadio, lasciando che il 90% del pubblico si goda la partita. Se Boateng fosse in grado di identificare l’intera curva, allora basta buttare fuori l’intera curva, è così che penso si dovrebbe gestire la cosa”

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antonio

Semplicemente uno che scrive... Giornalista sportivo con la passione per la letteratura e un'altra, smodata, per la musica (in particolare new wave, post punk, goth-rock e psych-rock ). Venera il mare grazie al sangue isolano di sua madre che scorre nelle vene, nonostante una vita trascorsa tra palazzi e cemento...

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