Il futuro di Zdenek Zeman è appeso ad un filo. Dopo le voci, diffuse nella notte dalle radio che seguono da vicino il mondo della Roma, arriva la conferma diretta di Sabatini. Il direttore sportivo della Roma, che Zeman l’aveva scelto e difeso, si è lanciato in dichiarazioni che danno chiaramente l’impressione di un regolamento di conti in atto, l’obiettivo è di liberarsi di un allenatore che non sta ottenendo i risultati sperati (praticamente sta ripercorrendo il cammino del tanto vituperato Luis Enrique).

Le sue parole sono talmente bizantine da risultare surreali, la società è contenta di Zeman eppure non lo è. Leggete voi stessi:

Zeman è l’allenatore che ha scelto la Roma e lo ha scelto quasi in maniera euforica, lo abbiamo scelto pensando che avrebbe fatto prevalere nei ragazzi la voglia di fare un calcio propositivo, un calcio garibaldino, ma arrogante e prorompente, che avrebbe dovuto schiacciare l’avversario. Era un esigenza forte, e questo ci è riuscito, perché siamo convinti che chi viene a vedere la Roma merita un calcio di questo genere, anche se andremo a fare dei correttivi li faremo da quella parte. Zeman ha centrato questo obiettivo perché la Roma ha il miglior attacco della serie A, il che non racconta una squadra formidabile, ma una squadra che quella cosa lì la sa fare. Altri risultati ottenuti scegliendo Zeman è che lui con il suo coraggio, ha capito subito quali giocatori potevano essere migliorati, come Lamela.

Tutto ok, dunque. Miglior attacco (non è del tutto vero, se si sottraggono i tre gol “a tavolino” di Cagliari – Roma), giocatori giovani valorizzati, scelta entusiastica. Però…

Dopo però si arriva a una situazione odierna di poca soddisfazione rispetto a quello che la squadra riesce a produrre, e ora ci fermeremo un po’ interrogandoci sui motivi che ci hanno portato a far cose non congrue, o dal punto di vista tattico, o dal punto di vista dell’organico. Questa è una fase di studio che comporta anche la possibilità di cambiare allenatore, molto marginalmente, perché l’allenatore ha fatto bene con noi, nonostante tutto, e di cui siamo contenti.

Sabatini parla dell’apertura di una fase di riflessione, ma appare farsesco perché alla fine l’unico che rischia il posto per via della “poca soddisfazione” sui risultati è soltanto uno: Zdenek Zeman. Se ci fosse coerenza sarebbero soltanto due le alternative: o si addossano tutte le responsabilità degli scarsi risultati al tecnico boemo oppure un minuto dopo l’esonero dell’allenatore dovrebbe arrivare anche la notizia delle dimissioni della stesso Sabatini e di Baldini per aver costruito un organico “non adeguato”.

Andrà così?

Zeman in bilico, il confronto a Trigoria


Zdenek Zeman tra qualche ora potrebbe non essere più l’allenatore della Roma. Secondo indiscrezioni il tecnico boemo sarebbe a rischio esonero dopo il pareggio 3-3 rimediato a Bologna ieri. Stamattina a Trigoria è in programma un confronto tra allenatore e dirigenza per decidere il da farsi. A pesare non è soltanto la vittoria che manca dal 22 dicembre scorso (4-2 in casa contro il Milan), ma sono anche le recenti esternazioni di Zeman, il quale ha lamentato l’assenza di regole scritte, fondamentali per mantenere ordine nello spogliatoio.

Sono già in circolazione i nomi dei possibili successori dell’ex allenatore di Lazio, Foggia e Avellino. A traghettare la squadra capitolina fino alla fine della stagione potrebbe essere Alberto De Rossi, attuale allenatore della Primavera, o Alberto Malesani magari in tandem con Ezio Sella.

Pare che la società voglia comunque provare a ricomporre la frattura; tuttavia, se fosse così, diventerebbe decisiva la gara contro il Cagliari prevista per venerdì prossimo, 1 febbraio.

Foto | Bologna – Roma 3-3





Come dicevamo hanno fatto molto rumore le parole di Zeman, il quale, anche per evitare altri casi come quello (ultimo in ordine di tempo) sollevato dalle parole di Stekelenburg (tra le altre cose, ha di fatto definito ‘inutile’ l’acquisto del collega di reparto Goicoechea, che gli ha rubato il posto da titolare). Franco Baldini, ieri prima del fischio di inizio di Bologna-Roma, aveva spiegato che “la disciplina non si ottiene attraverso regole scritte, che peraltro ci sono, ma dipende dalla credibilità che si ha verso il proprio ambiente, dagli esempi che si riescono a dare e dai comportamenti che si riesce ad ottenere“, spiegando diplomaticamente che la dichiarazione dell’allenatore andava interpretata come uno stimolo a fare di più.

Dalla parte di Zeman c’è ancora la maggioranza dei tifosi giallorossi e questo potrebbe essere un dettaglio non da poco che potrebbe contribuire alla riconferma – provvisoria – del tecnico. La Roma è all’ottavo posto, a 9 punti dalla Champions League. E’ la seconda squadra che ha subito più reti in campionato (38 – peggio ha fatto solo il Pescara), ma è anche la seconda per gol realizzati. Numeri e statistiche che segnalano la mancanza di equilibrio in una compagine che non è riuscita mai a trovare continuità, né di gioco né di risultati.

Foto | Getty Images

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ultimo aggiornamento: 28-01-2013