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Rosucci: «Non andare al Mondiale è come vivere un lutto, tra 4 anni voglio esserci. Poi allenerò…»

Rosucci: «Non andare al Mondiale è come vivere un lutto, tra 4 anni voglio esserci. Poi allenerò…». Le parole della centrocampista

Martina Rosucci, centrocampista della Juventus Women e della Nazionale, ha rilasciato un’intervista ad Adidas.

JUVENTUS WOMEN E REALIZZAZIONE – Io sono di Torino, sono juventina e quindi neanche nei miei sogni più lontani poteva esistere una cosa del genere. Al di là della giocatrice che sono riuscita a diventare, sono felice di aver trasmesso dei valori alle generazioni nuove. La mia generazione ha portato un grande cambiamento e una svolta nel calcio femminile italiano. Essere parte di questa generazione mi rende veramente felice.

INFORTUNIO – Sono profondamente triste di non poter partecipare al mondiale, che ovviamente è il sogno di ogni giocatrice. Perché il mondiale è il mondiale e per un calciatore è come se fosse un lutto. Non ho intenzione di mollare la presa e voglio rivivere quella sensazione che avevo già vissuto giocando il mio primo mondiale. E dirmi di nuovo di avercela fatta, perché è una sensazione veramente impagabile.

RIENTRO CON LA JUVE – L’obiettivo più vicino è quello di ritornare in campo e farlo con la Juventus. Mi viene in mente la Champions League, ovviamente, come prima idea.

FUTURO – Mi dico sempre che tutto quello che non sono riuscita o non riuscirò a raggiungere da calciatrice, vorrei raggiungerlo da allenatrice, è un pensiero costante nella mia testa ed è anche un pensiero che, in questo momento un po’ difficile per me, mi dà molta forza.

INSEGNAMENTO –Questo mestiere ci espone a dei rischi ed è come provare a fare un dribbling in mezzo al campo: a volte ci riesci, a volte potresti anche cadere, però è un percorso obbligatorio se vuoi raggiungere qualcosa di importante. Io credo che ci sia un motivo per ogni cosa che succede e quindi se capita un infortunio, anche nel momento in cui capita, probabilmente ti deve insegnare qualcosa. Se non mi fossi infortunata, non sarei mai diventata la giocatrice che sono, che sono diventata e non avrei raggiunto i traguardi che ho raggiunto. Perché infortunarsi ti fa affrontare un percorso, un percorso incredibile dentro di te e ti fa veramente trovare le energie che neanche sapevi di avere.

CONSIGLIO A CHI SUBISCE UN GRAVE INFORTUNIO – Direi di non viverla come la fine di qualcosa, ma viverla come l’inizio di una nuova conoscenza di se stessi. Non puoi avere la forza tutti giorni, ma è importante essere consapevoli di combattere ogni giorno una battaglia che finisce la sera e che ricomincia il giorno seguente

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Redazione F

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