Italian Gianni De Biasi speaks to journalists after officially sign an agreement to coach the Albanian national football team in Tirana on December 19, 2011. De Biasi, 55, signed a two-year contract and has never coached at international level before although he has plenty of experience of the club game, having taken charge of Italian teams Modena, Brescia, Torino and Udinese and having also had a spell in Spain with Levante. AFP PHOTO / GENT SHKULLAKU (Photo credit should read GENT SHKULLAKU/AFP/Getty Images)
È successo di tutto ieri sera durante Serbia-Albania, gara valida per le qualificazioni agli Europei 2016 e interrotta dall’arbitro al 41’ del primo tempo. La partita era sul risultato di 0-0 e ad un certo punto tra l’incredulità generale, un drone ha calato sul terreno di gioco un bandiera della Grande Albania con la scritta “Kosovo Autoctono”, scatenando l’inferno. Un giocatore della Serbia ha tentato di abbattere il drone e dopo che gli Albanesi sono riusciti a recuperare la bandiera è scoppiata la rissa alla quale hanno partecipato anche ultras serbi, tra cui c’era anche Ivan Bogdanov, detto “Il terribile”. E non sarebbe tutto, perché secondo il ct albanese, Gianni De Biasi, al pestaggio avrebbero partecipato anche alcuni steward dello stadio di Belgrado.
“Stavamo giocando bene. Purtroppo – dice De Biasi – non siamo riusciti a terminare la partita dopo che i tifosi hanno invaso il campo. Quello che è successo con i tifosi entrati sul campo è la cosa più incredibile che poteva succedere. È stata una situazione di grande pericolo”.
Da alcuni filmati amatoriali girati dagli spalti dello stadio di Belgrado si vede effettivamente che alcuni addetti alla sicurezza dello stadio, riconoscibili per il fatto di indossare una pettorina, riscaldano gli animi facendo ampi cenni con le braccia all’indirizzo del pubblico. Alla fine, quattro giocatori dell’Albania sono usciti dal campo con lesioni dovute, secondo De Biasi: “non solo dall’aggressione dei tifosi, ma sono stati colpiti anche dal servizio d’ordine, un fatto di una gravità incredibile”. I giornali locali serbi, anziché stigmatizzare quanto accaduto ieri sera, hanno trattato oggi giocatori e tifosi da eroi della patria. Qualcosa di analogo è successo a Tirana, dove all’aeroporto c’erano circa 5 mila tifosi, molti giunti anche dal Kosovo, per accogliere i giocatori rientranti da Belgrado.
Il governo albanese, inoltre, ha accusato duramente la Serbia, celebrando i giocatori della propria nazionale. Ora si attende il verdetto dell’Uefa, che sarà certamente durissimo e probabilmente non riguarderà solo la federcalcio serba. Probabilmente, si sarebbe potuto fare di più in fase di sorteggio dei gironi di qualificazione ad Euro 2016?
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