Un punto in tre. Siena, Pescara e Palermo rischiano di ricordare questo 27° turno di Serie A. Il terzetto di coda attende notizie dall’Olimpico di Roma, lì il Genoa non vince mai, ma anche in caso di successo giallorosso la distanza fra terzultima e quartultima in classifica rimarrà comunque di 5 punti. Tanti, troppi. Raramente in passato si era creata una situazione del genere a 11 giornate dalla fine, una netta frattura fra le squadre che vedono l’incubo del ritorno nella serie cadetta sempre più concreto e quelle che pur avendo ottenuto pochi risultati positivi possono stare relativamente tranquille.
Osservando la classifica sono tante le squadre che a due mesi e mezzo dal termine del torneo avrebbero bisogno di una media inferiore al punto a partita conquistato per raggiungere la soglia dei 40 punti. Al gruppetto composto da Parma (calato nelle ultime settimane, ma con un bel margine grazie all’ottimo avvio), Torino, Bologna, Cagliari si è aggiunta oggi l’Atalanta di Colantuono. I bergamaschi hanno fatto male, malissimo, recentemente ma oggi hanno portato a casa da Siena i tre punti che sembrano stroncare le speranze dei toscani. Due gol, fra l’altro entrambi di pregevole fattura, di Bonaventura e la squadra di Iachini è rimasta agganciata a Pescara e Palermo.
Certo senza i sei punti di penalizzazione la lotta salvezza sarebbe decisamente più aperta, ma il Siena ha a che fare con l’handicap sin da inizio campionato, avrebbe dovuto fare molto di più per non far pesare il verdetto della giustizia sportiva sul suo cammino. Intanto il Pescara non è riuscito a prendere punti in casa contro l’Udinese, un gol di Antonio Di Natale e sconfitta di misura con rischia di costare la panchina a Bergodi (già sostituto di Stroppa). Gli abruzzesi sono stati contestati dal pubblico in maniera energica, ma guardando la rosa a disposizione qualche sospetto che il Pescara non avesse speranze sin dall’inizio del torneo poteva esserci.
Caso a parte è quello del Palermo di Zamparini. Cambi di allenatore a raffica (Sannino, Gasperini, Malesani e poi ancora Gasperini), così come negli organigrammi societari, una rosa rivoluzionata in maniera isterica, il tutto senza trovare mai la quadratura del cerchio. Sono lontani i tempi in cui i siciliani erano la prima squadra dell’isola, a far sognare i tifosi ormai ci pensa il Catania di Pulvirenti che conquista comode salvezze a ripetizione e da un paio di stagioni fa anche aspirare a traguardi più prestigiosi (pur senza centrarli).
Lo stesso Zamparini aveva iniziato a preparare la “piazza” alla retrocessione, tutto sommato, sostiene il Presidente, c’è il “premio di consolazione” riconosciuto dalla Lega Serie A, quanto basta per costruire una squadra nuova e tornare subito nel massimo campionato. Il vulcanico presidente sembra averla già presa con filosofia, non esattamente il tipo di messaggio in grado di motivare la squadra a tentare l’impresa. Intanto, da osservatori neutrali, la preoccupazione è quella di vedere troppe squadre rilassate e senza obiettivi con tante giornate ancora da giocare.
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