Con la maglia dell’Udinese, che indossa dal 2004, ha da poco toccato quota 150 gol realizzati in Serie A. Ora Totò Di Natale può puntare o ai 20 gol realizzati in stagione per la quarta volta di fila (è già a 15) o a raggiunge le 188 reti di Del Piero (ne mancano 20). Eppure a La Gazzetta dello Sport l’attaccante napoletano, che compirà il prossimo ottobre 36 anni, ha spiegato che “penso molto più alle 11 partite che mancano da qui a maggio. Saranno davvero 11 finali”. L’Udinese infatti spera nella qualificazione in Europa League per chiudere una stagione non certamente esaltante, ma che appunto potrebbe ravvivarsi nel finale:
Ci hanno frenato l’inesperienza dei giovani, la sfortuna e gli infortuni. Penso a Pinzi, per l’equilibrio che ci dà, ma pure a Benatia e Lazzari.
Ma le parole più attese e più interessanti di Di Natale sono quelle che riguardano il suo futuro, già in bilico la scorsa estate durante la quale pareva intenzionato a smettere. L’anno prossimo continuerà a indossare la fascia di capitano dei bianconeri o si farà da parte?
Non sento l’età, ma, dopo 20 anni di calcio, gli allenamenti cominciano a pesarmi. La partita mi diverte ancora tantissimo. A giugno deciderò. Voglio fermarmi e pensare alla soluzione migliore. Bisogna sempre trovare gli stimoli giusti.
Di sicuro Di Natale, che nell’intervista ha speso parole di stima nei confronti di Francesco Totti (“un campione, Abbiamo un bel rapporto, vede il gioco come pochi, sa dove mettere la palla. È stato un peccato non giocare con lui in Nazionale, ci siamo soltanto allenati insieme”), vuole prima o poi fare l’allenatore. Con una precisazione:
Chi pensa che io voglia prendere una panchina di A sbaglia. Voglio insegnare, voglio allenare i piccoli, partendo dalla mia esperienza.
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