
C'è il verdetto: l'Inter ultima in classifica (Foto Instagram - calcioblog.it)
L’Inter di Chivu è partita col piede sbagliato, un mercato sottotono e un verdetto che la colloca ultima in classifica.
Il popolo nerazzurro, senza ombra di dubbio, si aspettava ben altro dopo un’estate in cui i nomi accostati alla squadra avevano acceso entusiasmo e curiosità. Invece, la realtà ha raccontato una storia diversa: niente colpi a effetto, tante trattative rimaste sospese a metà e una rosa che oggi appare meno competitiva di quanto i tifosi avessero immaginato.
La seconda giornata di campionato ha già portato la prima doccia fredda, con l’Inter battuta a San Siro dall’Udinese in un match che ha lasciato più di una perplessità. Ciò che preoccupa, però, non è soltanto il risultato.
Inter ultima in classifica, arriva il verdetto
Il problema sta altrove e tocca corde più profonde, legate a una carenza strutturale che da tempo accompagna questa squadra. Non si tratta di una semplice sconfitta, perché le cifre iniziano a raccontare qualcosa che, se confermato, rischia di diventare un macigno per tutta la stagione.
Infatti le classifiche elaborate da Opta mettono in evidenza un dato tanto impietoso quanto rivelatore: l’Inter occupa l’ultimo posto in Serie A per dribbling tentati e riusciti. In numeri, significa che i nerazzurri hanno provato a saltare l’uomo soltanto 390 volte e ci sono riusciti appena in 158 occasioni. Una media bassissima, che certifica come la squadra, oggi di Chivu, fatichi tremendamente a creare superiorità numerica attraverso l’iniziativa individuale.

Eppure questo non è un difetto nato oggi. Già negli scorsi campionati si era evidenziata la stessa difficoltà: l’Inter sa palleggiare, sa coprire bene il campo, ma quando c’è da spaccare la partita con un guizzo individuale manca l’uomo in grado di accendere la scintilla. Si era parlato a lungo di Lookman come profilo ideale, un attaccante capace di dribblare, accelerare e cambiare ritmo. Sarebbe stato, senza ombra di dubbio, il giocatore perfetto per colmare questa lacuna, ma la società non ha mai affondato il colpo.
Oggi i tifosi si ritrovano così a guardare la propria squadra arrancare in una statistica che pesa come un verdetto. Essere ultimi in Italia in una voce cruciale come i dribbling non è solo un dettaglio, è un campanello d’allarme che conferma la sensazione di incompletezza della rosa. Chivu potrà lavorare sugli schemi, potrà migliorare la condizione fisica dei suoi uomini, però senza un interprete capace di rompere le linee con la qualità individuale diventa difficile immaginare un’Inter competitiva fino in fondo.
Il campionato è appena iniziato e nulla è compromesso, certo. Ma la prima sconfitta casalinga unita a numeri così negativi rischia di minare fiducia ed entusiasmo. I tifosi, oggi, non chiedono più promesse di mercato: vogliono risposte concrete sul campo. L’Inter, se vuole invertire la rotta, deve trovarle in fretta.