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Verona: “Curva chiusa per cori razzisti? Follia, chiediamo risarcimento. Siamo con i nostri tifosi”

Dura presa di posizione dell’Hellas Verona contro la decisione del Giudice Sportivo Tosel di sanzionare la società con un turno di chiusura della curva Sud del Bentegodi per il comportamento dei propri tifosi, i quali avrebbero “indirizzato al calciatore Sulley Muntari, ogniqualvolta entrava in possesso del pallone, il coro “uh, uh, uh” distintamente percepito in altri settori dello stadio”. Il club scaligero non ci sta e replica con un comunicato dai toni molto accesi:

Un atto di pura follia, siamo soli contro tutti. Riteniamo che siano sufficienti le immagini televisive per smentire categoricamente quanto di più non veritiero, oggi, sia stato buttato addosso ad una gloriosa società e ad una gloriosa tifoseria. In oltre 110 anni di storia mai nessuno aveva osato tanto. Oggi, così come nel caso di Armero in Hellas Verona-Napoli del 12 gennaio scorso (altra grottesca ricostruzione dei fatti, ricordiamolo bene), alla nostra società, alla nostra tifoseria, alla nostra città, viene accostata un’etichetta che NON ESISTE.

Non a caso sul sito ufficiale del Verona vengono pubblicati tre clip di pochi secondi (ve li proponiamo nel post) per dimostrare che quando Muntari ha il pallone tra i piedi dalla curva non si sentono ululati di stampo razzista. Intanto nella nota si continua a leggere:

I tre signori della Procura Federale, presenti domenica allo stadio Bentegodi, hanno delle responsabilità gravissime per quanto scritto nel rapporto inviato al Giudice Sportivo. La nostra società ha già richiesto la procedura d’urgenza per essere risarcita di un danno che ci ha lasciato indignati e arrabbiati, perché quello compiuto è un atto di pura follia: la chiusura della Curva Sud, ingiustamente colpita (e dimostrato dalle immagini televisive), rappresenta il punto più basso della nostra storia. Affermare che tremila (TREMILA!) tifosi abbiano intonato presunti cori definiti ‘razzisti’ e che nessun addetto ai lavori, nessun tifoso, nessun rappresentante delle forze dell’ordine, né la società Milan, né il tesserato rossonero Sulley Muntari, né gli organi di stampa presenti allo stadio, il giorno della partita e nei giorni successivi, abbiano avvertito o sollevato la benché minima volontà di parlare di un fenomeno di tale importanza, lascia la nostra società ancora più perplessa e arrabbiata di fronte al provvedimento adottato e rendicontato dai rappresentanti della Procura Federale.

La società di Maurizio Setti chiosa ribadendo il sostegno ai propri tifosi:

E, dinanzi ad una prova di forza di questo tipo, di una cosa questa società è sempre più convinta: SIAMO CON I NOSTRI TIFOSI, SIAMO SOLI CONTRO TUTTI!

Massimo Galanto

Classe 1988, pugliese di nascita, è giornalista pubblicista dal 2010. Scopre il mondo dei blog per caso, dopo esperienze legate ai giornali di ‘carta’. Laureato prima all'Università degli Studi di Bari e poi a La Sapienza di Roma, vive nella Capitale. Ma in questo momento potrebbe essere ovunque.

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