Aiden Headridge è un ragazzino di appena sei anni di Dundee, in Scozia, che nonostante la sua giovane età è già un fan scatenato del Celtic di Glasgow. Questa sua passione lo ha portato a sognare, il padre intervistato assicura che abbia fatto tutto da solo, di diventare l’allenatore dei Bhoys e fin qui è quasi tutto normale, quale tifoso non desidera almeno una volta la panchina della propria squadra del cuore. Ma Aiden è andato oltre e così ha deciso di scrivere una lettere al club in cui in due righe spiegava la sua idea: sono vostro tifoso di sei anni, credo che dovreste scegliermi come futuro allenatore della squadra, saluti. Poche parole inviate per posta all’indirizzo della società e la certezza, trattandosi di un bambino non ha pensato nemmeno per un istante di essere ignorato, di una pronta risposta.
Passa qualche giorno e la famiglia Headridge riceve un insolito plico da Glasgow, il direttore esecutivo in persona, Peter Lawwell, si prende la briga di rispondere a Aiden e coglie l’occasione per fargli un piccolo regalo. Il dirigente spiega che come allenatore è stato appena assunto il norvegese Ronny Deila e che il club è convinto delle capacità e dell’entusiasmo del tecnico che sarà capace di portare nuovi successi ai biancoverdi. Tuttavia la candidatura del piccolo Aiden è stata apprezzata e chissà che un giorno il sogno non diventi realtà, nel frattempo sarà meglio pensare ad andare bene a scuola e alle vacanze estive appena cominciare. In allegato una maglietta verde dei Celtic, un pensiero per ricompensare il suo grande amore per i Bhoys.
My 6yo brother wrote to @celticfc about becoming new manager, and club sent this back. Will put a smile on his face! pic.twitter.com/M5wIcwM1wJ
— Ciarán Headridge (@CiaranHeadridge) June 18, 2014
Il fratello di Aiden, Ciarán, pubblica sul suo profilo Twitter le foto che testimoniano l’accaduta e cioè le immagini della lettera e della maglietta ricevuta in regalo. Da lì in poi è una valanga, la storia diventa virale e viene ripresa dai media scozzesi prima e da quelli di tutto il mondo poi. La famiglia Headridge si ritrova a vivere un inaspettato momento di felicità con giornalisti e tv che fanno a gara per intervistare il giovane candidato allenatore. Una storia di calcio divertente che non testimonia come l’amore per questo sport sia universale, indifferente alla geografia e all’anagrafe, e che si rivela anche un’ottima pubblicità dal punto di vista dell’immagine per il Celtic che suo malgrado si è ritrovato tra i protagonisti della vicenda. Complimenti agli scozzesi che con un gesto semplice, ma non scontato, sono riusciti a regalare gioia ad un loro tifoso.
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