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“Vuole far tornare grande la Juventus, ma dipende tutto dalla proprietà”: le dichiarazioni che cambiano tutto

Paolo Ardoino, CEO di Tether e azionista della Juventus, parla del futuro del club e del ruolo che la tecnologia può giocare nella crescita.

La Juventus è un club con una storia gloriosa e un seguito impressionante. Milioni di tifosi in tutto il mondo seguono la squadra con passione, ma negli ultimi anni il club ha attraversato momenti difficili sia sul campo che a livello societario. Tra bilanci da sistemare, una tifoseria che chiede maggiore coinvolgimento e la necessità di innovare, il futuro della Juventus è un argomento sempre più discusso.

Di fronte a queste sfide, nuovi soggetti potrebbero entrare in gioco per supportare il club nella sua crescita. Le nuove tecnologie, la blockchain e l’intelligenza artificiale rappresentano strumenti innovativi che molte società sportive stanno iniziando a esplorare per migliorare il rapporto con i tifosi e generare nuove fonti di ricavo. Alcune squadre europee stanno già implementando strategie basate su questi strumenti, aumentando il loro valore commerciale e il legame con il pubblico.

Il ruolo di Tether e la visione di Ardoino

Tra coloro che potrebbero dare un contributo significativo alla crescita della Juventus c’è Paolo Ardoino, CEO di Tether, società leader nel settore delle criptovalute. In una recente intervista a Tuttosport, Ardoino ha espresso la volontà di aiutare la Juventus a tornare grande, sottolineando però che la decisione finale spetta alla proprietà.

“La Juventus e in generale le società di calcio italiane hanno un potenziale enorme, sono innanzitutto tra i brand più conosciuti al mondo, ma questo potenziale non è molto sfruttato. Perché proprio la Juventus è facile: innanzitutto siamo tifosi della Juventus. Seconda cosa, la Juventus è una società che ha un numero enorme di tifosi, quasi infiniti e in questo momento, secondo me, manca il contatto con loro, manca la capacità di dialogare e utilizzare i fan nel modo giusto come strumento di supporto e aiuto alla crescita ulteriore della società.”

Secondo Ardoino, la Juventus ha un potenziale enorme che attualmente non viene sfruttato al massimo. Il legame con i tifosi, un asset fondamentale per qualsiasi club, potrebbe essere rafforzato grazie all’utilizzo di nuove tecnologie che permettano di migliorare la comunicazione e il coinvolgimento del pubblico.

“Se le squadre di calcio avessero un contatto più diretto con la base di tifosi e avessero modo di utilizzare nuove tecnologie per avere un contatto diretto con loro e costruire qualcosa di più concreto, secondo me sia il brand della Juve ne guadagnerebbe, sia i tifosi si sentirebbero più coinvolti, così il valore della società aumenterebbe.”

Tutto dipende dalla proprietà

Nonostante il suo interesse nel supportare il club, Ardoino ha chiarito che, in qualità di azionista di minoranza, il margine di azione di Tether è limitato. La volontà di innovare e sviluppare nuove strategie dipende interamente dalla proprietà della Juventus, che deve decidere se aprirsi a nuovi investitori o continuare a gestire la squadra con l’approccio attuale.

“Credo che la nostra società possa dare una mano concreta alla Juventus. La vera domanda è se la Juventus vuole una mano concreta da noi. Cioè, noi siamo piccoli azionisti in questo momento. Io vedo su X la gente che mi dice ‘Eh, però sbrigatevi a sistemare le cose’. Abbiamo una quota piccolina, quindi facciamo il possibile, ci farebbe piacere aiutare, però sta tutto alla dirigenza e alla proprietà.”

Il nodo cruciale resta quindi la direzione che la società bianconera vorrà prendere nel prossimo futuro. Se la proprietà deciderà di accogliere il supporto di partner innovativi come Tether, la Juventus potrebbe avviare una nuova era di crescita e successo, sfruttando al meglio le opportunità offerte dalla tecnologia e dal digitale.

“La proprietà deve decidere qual è la strategia, cioè loro devono veramente pensare se vogliono continuare a sostenere la squadra e dimostrarlo con i fatti oppure vogliono cercare comunque un partner che li possa aiutare. Noi ci siamo in qualunque modo, ripeto, siamo qua per lungo termine e pensiamo di poter aiutare, pensiamo di poter far bene. Quindi sta a loro decidere in che misura e cosa fare alla fine.”

Altrimenti, la strada per tornare ai vertici potrebbe rivelarsi più lunga e complessa.

Redazione F

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