Zdenek Zeman non è più l’allenatore della Roma. La società ha comunicato ufficialmente l’esonero del tecnico boemo, tornato nel luglio scorso sulla panchina giallorossa dopo 13 anni di assenza. La rivincita di uno dei più controversi “mister” del nostro calcio finisce come già successo molte altre volte, con un esonero. Nonostante una fiducia, praticamente incondizionata, della “piazza” i recenti risultati avevano portato alle prime intemperanze dei fedelissimi tifosi, gli stessi che avevano chiesto a gran voce il suo ritorno dopo la trionfale stagione 2010/11 trascorsa sulla panchina del Pescara a regalare vittorie e spettacolo ad una squadra da troppi anni lontana dalla Serie A.
La contabilità è chiara: dopo 23 giornate la Roma ha raggranellato appena 34 punti (uno meno rispetto ai 35 raccolti dal contestatissimo Luis Enrique nella scorsa stagione), 10 vittorie 4 pareggi e 9 sconfitte con 46 gol segnati e 42 subiti. Soltanto la difesa del Pescara, ironia della sorte la sua ex squadra, ha fatto peggio. Tutto questo nonostante i 3 punti a tavolino assegnati per Cagliari – Roma del girone d’andata, senza quei 3 gol (contabilizzati nelle classifiche ufficiali) la Roma avrebbe una differenza reti di appena +1 pur vantando un attacco capace di segnare quanto quello del Napoli secondo in classifica.
Troppo poco, anche per una dirigenza, quella rappresentata da Franco Baldini e Walter Sabatini, che avevano “creduto” in Zeman e nel rilancio del loro progetto: riportare la Roma ad altissimi livelli con tanti giovani di talento e un gioco spettacolare. Ora si aprirà la caccia ai responsabili, il boicottaggio da parte dei giocatori (Daniele De Rossi in testa) sembra quello più gettonato in queste ore sulle radio romane, ma c’è anche chi ritiene Zeman “non all’altezza” di certi palcoscenici. In attesa di conoscere il nome del sostituto la squadra è stata affidata ad Aurelio Andreazzoli, assistente tecnico e parte dello staff dei giallorossi sin dai tempi di Luciano Spalletti.
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