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Ancelotti: “Gattuso come un fratello. Tornerei in Italia solo per allenare il Milan”

In una lunga intervista concessa al quotidiano La Repubblica, Carlo Ancelotti ha fatto un bilancio della sua carriera forse proprio mentre sta vivendo il momento più alto della stessa (dopo il trionfo in Champions dello scorso anno, il Real Madrid è primo in Liga con due punti di vantaggio sul Barcellona). L’allenatore 55enne, il cui divertente video dell’imitazione dell’esultanza di Cristiano Ronaldo è diventato virale (ve lo proponiamo in apertura di post), ha riconosciuto parte dei meriti del suo successo agli insegnamenti del maestro Arrigo Sacchi. Poi ha ammesso di aver avuto “buon fiuto” compiendo “scelte giuste al momento giusto”. Ma nel corso dell’intervista ha citato anche alcuni errori da lui commessi:

Non avere voluto Baggio al Parma e non essermi accorto alla Juve che Henry non era un esterno.

Tra i tanti campioni allenati nel corso degli anni, Carletto ne ha citati in particolare due:

I campioni veri non c’è bisogno di domarli. Sono i più seri e i più professionali, vedi Cristiano Ronaldo. Le buone relazioni, anche con chi gioca meno, dipendono dal mio passato: capisco le esigenze dei calciatori. E poi i fuoriclasse sono i più facili da allenare. Me ne vengono in mente due: Cristiano e Ibra. Zlatan è l’esatto opposto dell’immagine distorta che ne viene data. Un campione è anzitutto un uomo.

Quindi ha raccontato il suo straordinario rapporto con Rino Gattuso, all’epoca trascinatore del Milan:

Il massimo livello di confidenza l’ho raggiunto con Gattuso. Rino era come un fratello, anche se io ero il suo allenatore. Gli ho confidato cose che non ho mai detto a nessun altro.

Ancelotti è stato interpellato anche su Mario Balotelli, per la cui definitiva consacrazione si è mostrato ottimista. Affermando che il calciatore, oggi al Liverpool, “deve trovare un posto dove sentirsi a proprio agio. Prima o poi ci riuscirà, ma dipende da lui: aiutati che il ciel ti aiuta”. L’allenatore ha poi confessato che SuperMario fu ad un passo dal trasferimento al Psg:

Veniva da un ottimo Europeo. Poi si è presentata l’occasione di Ibra e siamo andati più sul sicuro.

Infine, la risposta che include la dichiarazione d’amore nei confronti del Milan:

Se tornassi in Italia sarebbe al Milan, solo al Milan. Da allenatore.

Massimo Galanto

Classe 1988, pugliese di nascita, è giornalista pubblicista dal 2010. Scopre il mondo dei blog per caso, dopo esperienze legate ai giornali di ‘carta’. Laureato prima all'Università degli Studi di Bari e poi a La Sapienza di Roma, vive nella Capitale. Ma in questo momento potrebbe essere ovunque.

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