«I legami più profondi non sono fatti né di corde, né di nodi, eppure nessuno li scioglie». Da teoria di Lao Tzu a Jude Bellingham e Jamal Musiala non cambia. Stessa età. Stesso ruolo. Stessa decisività. Amici da una vita, insieme nelle selezioni giovanili inglesi e poi la scelta, quella di Musiala di virare sulla Germania. Spesso rivali in campo ma mai nemici, anzi… non perdono occasione di uscire insieme e chissà magari anche chiamarsi dopo una partita. La notte di Champions ha fatto balzare all’occhio il legame tra i due anche a oltre 1600 chilometri. Da Napoli a Copenaghen… ‘Pronto? Ci sei?’ e la risposta è stata data al campo: Bellingham segna un gol agli azzurri e poco dopo a rispondere è Musiala per la rimonta del Bayern Monaco.
Storie diverse ma con destini simili, ovvero quello di essere due wonderboy. Ancora giovani ma con un’esperienza e un bagaglio importante per guidare due squadre importante. Jude è diventato galactico a suon di gol (già idolo dei tifosi) e Jamal si sta ritagliando un ruolo da protagonista con i bavaresi. Entrambi classe 2003 (appena ventenni) ma già in grado di spostare gli equilibri: il The Guardian li aveva inseriti tra i 60 migliori al mondo nella loro annata, erano stati inseriti da Tuttosport nella lunga lista dei 100 per il Golden Boy. Tanti motivi per continuare a seguire la crescita dei due ragazzi, tanto lontani ma mai così vicini e legati da un filo rosso invisibile, quello del talento.
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