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Calciomercato, addio limiti per gli africani: saranno considerati comunitari

[blogo-video provider_video_id=”sbbHWTsYeiM” provider=”youtube” title=”Tavecchio sospeso da UEFA 6 mesi per «frasi razziste»” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=sbbHWTsYeiM”]

Carlo Tavecchio rischia di vedersi invadere da un esercito di Opti Poba. Anche la Figc, infatti, dovrà allinearsi agli altri paesi europei e accettare la convenzione di Cotonou, un accordo tra gli stati di Africa, Caraibi, Pacifico e Unione Europea, con lo scopo di favorire l’integrazione e combattere la povertà. In buona sostanza, una volta recepita la convenzione, i cittadini di ben 79 Stati all’interno delle aree succitate, diventerebbero a tutti gli effetti comunitari. Una vera e propria rivoluzione che investirà anche il calcio e che metterà in serio imbarazzo la federazione italiana, il cui presidente è stato appena squalificato dall’Uefa per sei mesi in seguito ad una frase razzista.

“Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane e oggi gioca titolare nella Lazio. E va bene così…”, ebbe a dire Tavecchio, lasciando chiaramente intendere che nel suo mandato di presidente federale cercherà di limitare lo sbarco in Italia di calciatori extracomunitari, a meno che non abbiano “un certo curriculum e un certo pedigree”, ha puntualizzato ancora il numero uno della Figc. Intenti che saranno neutralizzati dalla convenzione di Cotonou, già accolta dalla federazione italiana pallacanestro. Il calcio italiano dovrà presto allinearsi e nel caso in cui non lo facesse, la nuova normativa sarebbe imposta dall’esterno, come avvenne già nel 1991 con la sentenza Bosman, che rese più facili i tesseramenti dei giocatori a fine contratto e che di fatto contribuì in modo decisivo all’abbattimento dei limiti per la circolazione dei calciatori UE.

Una brutta gatta da pelare per Tavecchio, perché la convenzione consentirà di tesserare calciatori africani senza alcun limite, andando esattamente nella direzione opposta della politica federale che mira alla rivalutazione dei settori giovanili, proprio tramite la riduzione dei calciatori stranieri. In Olanda, ad esempio, per evitare il tesseramento indiscriminato di calciatori africani sottopagati, è stato imposto il minimo salariale di 20 mila euro lordi.

Mirko Nicolino

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