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Calcioscommesse in Austria: coinvolto anche un nazionale

Mentre in Italia si preannuncia un nuovo ciclone sul calcioscommesse, con 150 tra calciatori e dirigenti convocati a Cremona per la prima decade di dicembre, lo scandalo del calcio truccato si estende anche ad altri Paesi europei. Ora tocca alla Bundesliga dell’Austria che come un fulmine a ciel sereno deve fare i conti con uno scandalo che rischia di allargarsi a macchia d’olio nelle prossime ore. Tutto ha avuto inizio lunedì scorso quando Dominique Taboga, difensore del Grödig, ha sporto denuncia in seguito ad un tentativo di ricatto subito qualche tempo prima e che riguardava la combine di diverse partite.

Il difensore della squadra neopromossa nella Bundesliga austriaca, ha dichiarato alla polizia di essersi rifiutato di partecipare al taroccamento di alcuni incontri e di essere stato costretto a pagare pure 70mila euro per evitare di mettere in pericolo la propria incolumità e quella della sua famiglia. Come prima conseguenza, Taboga è stato sospeso dal Grödig, che in attesa di chiarimenti preferisce non impiegare più il proprio calciatore: per ora il difensore è chiaramente vittima, ma gli inquirenti non escludono un suo coinvolgimento. Domenica scorsa, infatti, Taboga ha causato un rigore con il Rapid Vienna e a questo punto non si esclude neanche il dolo.

Intanto, le autorità austriache hanno provveduto all’arresto di pre persone, tra cui ci sarebbe anche il 36enne Sanel Kuljic, ex attaccante di Salisburgo, Sion e Austria Vienna, nonché della Nazionale. Che in Austria qualcosa non andasse, lo aveva denunciato pubblicamente anche Giovanni Trapattoni, quando lo scorso 6 febbraio, in una conferenza stampa da CT dell’Eire aveva detto:

“Dovevamo vincere una partita per conquistare lo scudetto – dice il Trap parlando dei tempi in cui allenava il Salisburgo – , abbiamo perso 3-0 subendo i 3 gol in 5 minuti. Impossibile. Qualcuno scrisse che i giocatori forse avevano venduto la partita. Presero 3 gol in 5 minuti: o erano idioti o drogati o avevano venduto la partita… ma non c’erano le prove”.

Mirko Nicolino

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