Giornata intensa ieri per il cosiddetto Mister Y del calcioscommesse, che da qualche giorno ha anche un nome: Francesco Bazzani. Il “Civ”, secondo quanto riportato dalle carte di Cremona era esperto dell’over e nell’interrogatorio di ieri avrebbe ammesso: “Sì, scommettevo per i calciatori”. Da semplice intermediario, Bazzani è diventato pian piano qualcosa di più: secondo l’accusa raccoglieva informazioni importanti sulle partite e le girava ai calciatori, che poi a loro volta decidevano quanto puntare.
“Grazie alle sue entrature e conoscenze nell’ambito delle dirigenze – si legge nell’ordinanza di Cremona -, in particolare della Serie A, e dei calciatori “disponibili” alla corruzione, concludeva accordi che, per ogni singola partita, potevano giungere a un introito a suo favore, comprensivo del denaro necessario per la corruzione, di circa 700 mila euro a incontro”.
Ieri mattina Bazzani si è presentato alle 11 davanti al pool del PM Di Martino, è stato lasciato andare assieme ai suoi legali in tarda serata, ma secondo quanto trapelato non ci sarebbero stati i tanto attesi botti di capodanno. Contrariamente a quanto titolino in modo roboante alcuni quotidiani oggi, Bazzani avrebbe sparato solo qualche bombetta:
“Conobbi Mauri il giorno dopo Lazio-Juventus (3 maggio, ndr), me lo presentò Brocchi in un pranzo a Ponte Milvio. Era presente anche la fidanzata Miriam. Mi lasciò il suo numero di telefono, ovvero quello della scheda intestata, e iniziai a parlarci nel corso di tutto il mese di maggio. Mauri mi chiedeva informazioni e pareri su partite di calcio su cui scommettere”, ha rivelato ieri Bazzani.
Dopo aver sempre negato di aver scommesso sul calcio, dunque, Stefano Mauri troverebbe un altro ‘nemico’ che afferma esattamente il contrario, e in più lo incastrerebbe sulla storia della Sim. A differenza di quanto detto dal capitano della Lazio, la scheda telefonica sarebbe stata posseduta già prima del 13 maggio. A parte questo, Mister Y non dice molto di più:
“Mauri mi chiese di alcuni incontri di scommesse relative al calcio. Gattuso? Un amico”, ha continuato Bazzani.
Secondo alcune testate, si tratterebbe di una strategia difensiva dell’uomo, una sorta di “dico non dico”, ma al momento, fino a controprova, queste sono le parole di Bazzani e su questo ci si deve basare. Dei 129 nomi di tesserati coinvolti e delle decine di partite presumibilmente combinate, per ora non ci sono prove provate. L’impressione è che ancora una volta si sia fatta prima la sentenza e poi sia cominciata la ricerca delle prove. I contatti tra Bazzani “e mezza Serie A” secondo quanto dichiarato dall’accusa, devono essere collegati alle combine e dimostrare che l’uomo non era semplicemente uno scommettitore abile, ma che investiva denaro solo su partite il cui esito era certo. Le dritte che dava a Mauri? C’è da capire se fossero frutto dello studio statistico o appunto delle sue ‘amicizie’. A questo ancora non si è arrivati e il clamore rischia di sgonfiarsi mese dopo mese, così come avvenuto nei precedenti filoni.
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