Calcioscommesse, Stefano Mauri: nove mesi di squalifica per il capitano della Lazio

Il legale del capitano della Lazio Stefano Mauri, l’avvocato Amilcare Buceti, prima della sentenza nel processo d’appello sul caso Calcioscommesse, aveva dichiarato che la peggiore delle ipotesi per il suo assistito poteva essere la conferma dei sei mesi di squalifica e, quindi, del giudizio già espresso in primo grado.

Purtroppo per Mauri, e anche per la Lazio, la Corte di Giustizia Federale ha aggravato la sentenza della Commissione Disciplinare, aumentando da sei a nove, i mesi di squalifica che Mauri dovrà scontare per omessa denuncia relativa alle partite Lazio – Genoa e Lecce – Lazio. Per quest’ultima partita, che si è giocata il 22 maggio 2011, Stefano Mauri fu addirittura assolto in primo grado.

Anche per quanto riguarda la multa che la società biancoceleste dovrà pagare, c’è da registrare un aumento: dai 40 mila euro decisi in primo grado si è passati ai 50 mila in secondo grado. Per la Lazio, però, non ci sarà da scontare nessun punto di penalizzazione.

A questo punto della vicenda, sia i legali del giocatore che quelli della società capitolina procederanno con il ricorso al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport.

Prima della sentenza giunta oggi, i giudici avevano manifestato la volontà di ascoltare anche Alessandro Zamperini, la persona che, stando alle parole dell’accusa, avrebbe ricoperto il ruolo di tramite tra il capitano della Lazio e chi ha organizzato l’accordo illecito. Zamperini, però, non si è presentato dinanzi ai giudici e, di conseguenza, i tempi per la sentenza non si sono dilungati e la camera di consiglio è stata chiusa.

Buceti, legale di Mauri, ha commentato questa sentenza in un’intervista rilasciata a Radio Manà Manà. Secondo l’avvocato, questa sentenza è poco comprensibile, esagerata e non equa ma resta in attesa di leggere le motivazioni per capire pienamente perché la Corte di Giustizia Federale ha deciso in questo modo. Buceti ha aggiunto che non esiste alcuna prova oggettiva che possa ricondurre ad una colpevolezza di Stefano Mauri.

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