La Juventus, storicamente sinonimo di successo nel calcio italiano, sta attraversando una fase complessa. Le recenti prestazioni hanno sollevato interrogativi tra tifosi e addetti ai lavori. La sconfitta contro l’Atalanta ha amplificato le critiche, evidenziando problemi sia nella strategia di mercato che nel rendimento sul campo.
Le decisioni prese durante l’ultima finestra di mercato hanno suscitato dibattiti. La cessione di giocatori chiave come Federico Chiesa e Danilo ha lasciato un vuoto non solo tecnico, ma anche di leadership all’interno dello spogliatoio. Fabio Capello, in un editoriale su La Gazzetta dello Sport, ha espresso chiaramente il suo punto di vista:
“La prima domanda che io mi pongo è questa: chi ha deciso di mandare via senza troppi complimenti prima Federico Chiesa e poi Danilo? È stata una scelta solo del tecnico, oppure dietro c’è la mano della società? Se è stato esclusivamente Motta, le sue responsabilità sono ancora maggiori perché quelli erano due giocatori importanti, anche dal punto di vista della leadership. Per me il primo errore è stato lì, nelle scelte fatte sul mercato.”
In campo, la Juventus ha mostrato un gioco caratterizzato da un possesso palla sterile, privo di incisività nella metà campo avversaria. Anche su questo aspetto, Capello è stato diretto:
“La Juve ha fatto vedere fino a qui un gioco lento, prevedibile: vero che la squadra fa molto possesso, ma senza rendersi pericolosa nella metà campo avversaria.”
Un altro aspetto critico riguarda la gestione dell’attaccante Dusan Vlahovic. Nonostante le sue comprovate doti di finalizzatore, sembra non essere integrato nel sistema di gioco attuale. Capello ha analizzato la situazione in modo chiaro:
“Un altro errore è stata la gestione di Dusan Vlahovic. Tra lui e Motta non è mai scattato il feeling, quella scintilla che avrebbe fatto bene alla squadra e che al tempo stesso avrebbe permesso di valorizzare un ottimo finalizzatore come il serbo. A inizio stagione ha provato a utilizzarlo con continuità, ma ultimamente ha abbandonato questa strada. Evidentemente il serbo è un attaccante non adatto al gioco di Motta.”
L’ex allenatore ha anche sottolineato che il tecnico bianconero avrebbe preferito un altro tipo di attaccante:
“Lo stesso allenatore probabilmente avrebbe preferito un giocatore tipo Zirkzee in grado di far girare la squadra, come faceva al Bologna, ma nella rosa della Juve una pedina con queste caratteristiche non c’è. Vlahovic adesso sembra un corpo estraneo, si è visto chiaramente domenica scorsa che non è contento.”
Alla luce di queste considerazioni, emerge la necessità di una riflessione profonda sulle scelte effettuate e sulle strategie future. Capello ha evidenziato che la Juventus deve trovare un nuovo equilibrio e migliorare il proprio approccio tattico:
“Il problema è che l’allenatore ha in testa un tipo di gioco, senza avere i giocatori per farlo. Forse ci vuole un po’ più di flessibilità. Allenare la Juve significa soprattutto fare punti, lì giustamente si guarda la classifica e senza il quarto posto sarebbe una stagione fallimentare.”
L’ex tecnico invita infine a una scelta chiara per il futuro:
“Se tutti, ma proprio tutti, remano dalla stessa parte, è giusto dare altro tempo a Motta. Altrimenti, meglio separarsi.”
Parole forti, che pongono un interrogativo cruciale per la Juventus: continuare su questa strada o cambiare rotta prima che sia troppo tardi?
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