Era nell’aria, ora è ufficiale: Edy Reja non sarà il tecnico della Lazio nella prossima stagione. La notizia è stata comunicata a giornalisti e tifosi dallo stesso allenatore goriziano che in conferenza stampa ha voluto ringraziare tutti, non ultimo il presidente Lotito e il direttore sportivo Tare, per l’esperienza in seno al club biancoceleste, ma al contempo ha messo a tacere supposizioni e dubbi circa il suo futuro dichiarando in maniera netta e decisa che il suo ciclo alla Lazio si è chiuso per sempre. L’impressione è che Reja nella sua esperienza bis nella capitale abbia esaurito la pazienza nei confronti di una piazza esigente per blasone e storia, ma che al contempo non riesce a pensare realisticamente in relazione al materiale umano che la società gli mette a disposizione:

“A fine campionato la società mi aveva rinnovato la stima. Io però avevo l’impressione che il rapporto fosse chiuso. Era giusto cambiare, per avere nuovi stimoli. La situazione ambientale non può continuare così. Bisogna ritrovare il giusto entusiasmo. Lotito e Tare volevano che rimanessi, ma ho detto che la mia esperienza qui si è chiusa. Nell’ultimo periodo abbiamo centrato buon risultati, senza però centrare la qualificazione in Europa. E’ stata una forte delusione per me. Se ci fossimo qualificati forse le considerazioni sarebbero state diverse. Con l’Europa anche i giocatori avrebbero avuto più interesse nel mercato per la Lazio. Il ciclo attuale è finito, adesso occorre iniziarne un altro”.

Una presa di posizione che non lascia spazio a interpretazioni, a contorno della quale l’esperto Reja non può esimersi dal salutare dirigenti e tifosi in maniera adeguata, pur lanciando qualche aghetto velenoso qua e là:

“I calciatori hanno bisogno del supporto della gente e qualcosa è venuto meno. Il rendimento però è sempre stato positivo. Sono stato anche criticato per certe dichiarazioni che però io reputo normali, mai contro la tifoseria. Adesso bisogna ricreare lo spirito giusto. La gente deve riavvicinarsi alla squadra. La mia avventura alla Lazio? Straordinaria anche se qui non puoi sbagliare nulla. Esco di qui più temprato, più che dall’avventura di Napoli. Avrò sempre grande affetto per la Lazio, per il suo presidente. Spero di aver fatto bene il mio lavoro. Anche le cose belle sono destinate a finire. Saluto tutti i tifosi laziali. Grazie per l’affetto”.

Impossibile non ripercorrere le tappe della sua esperienza laziale: chiamato nel febbraio 2010 per rimpiazzare l’esonerato Ballardini, sulla panchina biancoceleste ha vinto la metà delle partite ufficiali disputate, raggiungendo un quinto e un quarto posto nelle due stagioni in cui ha allenato la squadra da luglio a giugno. Tanti pomeriggi e serate romani con alti e bassi:

“Il picco più alto? I due derby vinti. Vorrei tornasse quel clima. I momenti difficili? Il primo anno. Quello seguente, invece, è stato bello, con una cavalcata fermata solo dalla differenza reti con l’Udinese per arrivare al preliminare di Champions League. Non essere arrivato a quell’obiettivo rimane la mia più grande delusione”.

Quindi ribadisce per fugare ogni dubbio di ripensamenti:

“Abbiamo deciso di stracciare il contratto perché non sono legato ai contratti. Rimarrò sempre legato a questa società, al presidente Lotito e per quello che ho fatto e dato a questa piazza pensavo di essere più considerato per il mio lavoro”.

Fino all’ultimo si toglie qualche sassolino che aveva nelle scarpe, Edy Reja oggi si è liberato di un fardello che poteva diventare una zavorra pesantissima. Da questo momento alla Lazio si volta definitivamente pagina.

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ultimo aggiornamento: 12-06-2014