Guerra di scritte a Roma dopo il 26 maggio, preso di mira anche Paparelli

In una città dove il Comune di Roma si è addirittura offerto per restaurare il murales raffigurante Francesco Totti imbrattato da ignoti, capita di girare a piedi o in macchina e di imbattersi spesso in scritte sui muri di vario genere, molte delle quali dal dubbio contenuto “artistico”. Scarabocchi incomprensibili, messaggi politici e frasi d’amore ornano i muri della capitale, i vagoni dei treni e delle metropolitane. Non sono immuni dalla pratica i tifosi delle due squadre di Roma. Dopo il 26 maggio, giorno della finale di Coppa Italia vinta dalla Lazio, le scritte dal contenuto “calcistico” si sono moltiplicate.

I laziali ricorderanno a lungo quella data e il minuto del gol segnato da Senad Lulic (’71) che ha consegnato ai biancocelesti la prima Coppa Italia della storia decisa da un derby capitolino. Molte scritte, infatti, rievocano semplicemente minuto e nome del calciatore. Più originale la trovata dell’aereo che sorvola il litorale romano con uno striscione eloquente. Dall’altra parte i romanisti non rimangono a guardare e qualcuno cancella le scritte, qualcun altro risponde a tono ricordando ad esempio gli 11 anni di Serie B giocati dalla Lazio.

Non mancano, però, i messaggi che oltrepassano i confini del buon senso e le offese alla memoria di Vincenzo Paparelli. Evidentemente alla stupidità e alla meschinità non c’è alcun limite. Durante un derby capitolino, il 28 ottobre 1979, Paparelli, 33 anni, venne ucciso da un razzo nautico per segnalazioni luminose sparato da un diciottenne tifoso della Roma. Il razzo attraversò tutto il campo di gioco da un lato all’altro finendo proprio nell’occhio della vittima che stava mangiando un panino.

Le scritte contro Vincenzo Paparelli a Roma | Foto