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Inter e Milan all’inseguimento di un sogno chiamato seconda stella: 3 motivi per crederci

Inter e Milan sono obbligate a credere nella seconda stella. Competitività, testa e la voglia di scrivere una grande pagina di storia

Due facce di una medaglia rappresentativa della città come Milano. All’apparenza diverse quando la realtà li vede incoerenti solo nelle vesti: entrambe che manifestano superiorità sull’altra, entrambe pronte a fare moralismo calcistico alla rivale per poi compiere le stesse gesta (poi ovviamente è in base al colore della bandiera che si decide da chi parte stare), entrambe con gli stessi problemi legati a San Siro e chissà cosa verrà fuori entro il 2032, ma soprattutto costoro, che portano il nome di Inter e Milan, hanno lo stesso desiderio: il tricolore, la seconda stella per essere considerati i “primis” ad aver scritto una grande pagina di storia del calcio milanese.

Milano è ritornata a riemergere dopo 9 anni di dominazione sabauda (soprattutto bianconera), dove Milan e Inter si sono contesi il titolo non senza qualche polemica: la superiorità nerazzurra contro la fame dell’underdog rossonero per quanto quest’ultimi abbiano fondato una politica calcistica giovane, ad alto livello e soprattutto a lungo termine grazie anche al lavoro di Stefano Pioli, passato da traghettatore di una nave affondata nel 5-0 di Bergamo ad eroe sulle note di “Pioli is on Fire”. Dall’altra il biscione ha tentato la vincita nel breve periodo pagando però le conseguenze non solo sul campo con lo scudetto perso con la papera di Radu da netta favorita facendo bere l’intero calice amaro a Simone Inzaghi etichettato come eterno secondo o addirittura “incapace di gestire una rosa che avrebbe vinto in carrozza”, ma anche in termini finanziari. Tagliare i costi e al tempo stesso ottenere risultati, aspettando vari investimenti per quanto siano arrivate Coppa Italia, Supercoppa e anche una finale di Champions League riscrivendo un’altra storia proprio ai danni dei rossoneri: un bianchetto sopra il risultato del 2003 dopo essere stati sbeffeggiati ai tempi con il coro “Ce ne andiamo a Manchester”.

Inter e Milan sono ancora lì a giocarsi lo scudetto. La domanda in questi casi sorge spontanea: perché entrambe dovrebbero credere nel tricolore? Ecco tre spunti sia nerazzurri che rossoneri per sperare nella seconda stella.

INTER

1) COLPI LOWCOST E MIRATI: L’Inter può vantare di avere la rosa sulla carta molto più forte rispetto a tutte le altre. Cambiato tanto e sostituito all’altezza (infortuni a parte), continuando a puntare sull’esperienza (esempio Pavard, Klaassen, Cuadrado e Arnautovic) e mettendo giovani sempre pronti, dove tra i tanti spiccano Thuram, Frattesi e Carlos Augusto. Il tutto con l’ossatura stabile dell’anno precedente.

2) AMBIZIONE E LEADER: Simone Inzaghi ha la fortuna di avere un gruppo tanto esperto quanto compatto e al tempo stesso affamato: ciò che ha contraddistinto la sua storia. I fenomeni si sono trasformati in leader e capaci di cambiare l’intero volto di una partita, oltre che all’intera mentalità della squadra: essere grandi soprattutto in Europa trasformando la casualità in certezza.

3) CONSACRAZIONE LAUTARO: Il nome simbolo per arrivare alla seconda stella Ovviamente quello di Lautaro Martinez, ormai sempre più nell’olimpo dell’Inter con la possibilità di infrangere ogni record in Serie A. L’uomo che è l’ultimo ad arrendersi, il vero volto del biscione ritornato a guardare in alto, dove ci sono le stelle.

MILAN

1) A “PICCOLI” PASSI PER LO SCUDETTO: Se da una parte l’Inter è favorita, dall’altra il Milan ha quell’asso nella manica che gli ha consentito di vincere il tricolore proprio ai danni dei nerazzurri: la continuità con le piccole. I rossoneri vantano di non perdere mai colpi contro tutte le altre squadre al di là degli scontri diretti: ciò che fa la differenza nonostante i 5-1 nel derby o le sfide perse male ad alta quota.

2) QUALITA’ DA LEVIGARE: Pulisic, Musah, Reijnders, Chukwueze, Okafor. Acquisti all’insegna della qualità che hanno soltanto bisogno di pazienza per farli plasmare nella maniera migliore possibile. Giocatori che fanno vincere partite anche ostiche e soprattutto pedine coerenti con il modo di giocare di Pioli.

3) POTENZIALE E CONTINUITA’ PER LEAO: L’Inter ha Lautaro, il Milan ha Leao. La differenza Al fenomeno rossonero serve continuità (ciò che ha l’argentino). La distanza è minima tra una grande prestazione a passeggiate in campo: serve il salto di qualità per dare superiorità alla squadra e soprattutto la seconda stella.

Redazione F

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