Tanto tuonò… finché non piovve. Previsioni del meteo sbagliate in casa Inter, o forse solo il buonsenso di agire con oculatezza nonostante le epurazioni di lusso rispondenti al nome di Wesley Sneijder e Philippe Coutinho; la cessione dei due fantasisti aveva portato nelle casse nerazzurre i soldi necessari per un biglietto aereo da pagare a Branca, destinazione Brasile, e il cash da versare sul conto corrente del Corinthians, obiettivo Paulinho. Ma a tre giorni dalla chiusura ufficiale del mercato di riparazione invernale, il tesoretto intascato da Moratti rimane tale, perché arrivare al centrocampista verdeoro è parso essere ogni giorno più difficile. Per buona pace di Branca, in missione a calde latitudini e che di certo non piangerà dalla disperazione dall’altra parte dell’equatore.
E’ che la strategia interista, da qualche tempo, non prevede sprechi e sperperi, ma è anche vero che a volte le trattative non si fanno di soli intenti e, di questi tempi, trattare coi brasiliani non è facile come un tempo. Così le cronache meneghino-pauliste di oggi ci raccontano dell’ennesima frenata, col diesse del Timao che spiega serafico a Globoesporte:
“Non ci sono possibilità che Paulinho vada via. Siamo tutti molto tranquilli su questo. Inoltre non abbiamo ricevuto nessuna offerta ufficiale da alcun club al mondo. Tutto quello che è uscito finora su Paulinho è solo speculazione. Il contratto di Paulinho con il Corinthians scade nel 2015”.
Moratti, asserragliato negli uffici Saras in attesa di buone nuove, accusa il colpo ma rilancia con altrettanta pacatezza:
“Per Paulinho nessuna novità. Non è una questione di soldi. Credo che l’operazione sia più facile per giugno anche in virtù di impegni che il giocatore ha in Brasile”.
E così l’amletico dilemma nella stanza dei bottoni nerazzurra è questa: conservare intonsi i venti milioni ricavati dalle recenti cessioni o intaccare il tesoretto per operare comunque con decisione a centrocampo? La sensazione è che l’Inter non voglia stare a guardare, Paulinho o no. Ma siamo agli sgoccioli e occasioni non ce ne sono, non a prezzo di saldo, non come le intende e le vorrebbe Stramaccioni: forse si tenterà un nuovo e definitivo affondo per Schelotto (ora che l’Atalanta ha preso Giorgi e Scaloni), ma di certo non sostituisce il desiderato brasiliano, neanche a livello tattico. Ritornano Khrin (dal Bologna) o Longo (dall’Espanyol)? Subito Bellomo via Bari? Può essere. Di sicuro non c’è più Coutinho, sacrificato in nome di Paulinho e di un’ottima plus-valenza. Mudingayi si è rotto. L’Inter gioca male. E ora Stramaccioni comincia, per la prima volta in maniera seria, a vedere le streghe.
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