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Inter | Thohir rivoluziona la dirigenza, Moratti non ci sta

Che la trattativa tra Massimo Moratti e il tycoon indonesiano Erik Thohir per la cessione della maggioranza dell’Inter sarebbe stata lunga, lo si era intuito sin dalle prime battute. Il patron nerazzurro ha la necessità di incassare denaro fresco dalle proprie aziende, dopo aver ceduto già quote della Saras. La questione fondamentale è che Moratti vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca, ossia vendere quote azionarie ma continuare a decidere un po’ tutto lui. Da qui la dichiarazione al termine dell’incontro di ieri con Thohir: “C’è stata una chiacchierata. Passi avanti? Assolutamente no, anzi… Non prevedo altri incontri”. Mentre la maggior parte dei media, dunque, davano per vicinissimo l’accordo tra le parti, il numero uno dell’Inter frena e rinvia ancora la decisione di cedere la maggioranza delle quote azionarie del club.

Ovviamente, l’affare si farà poiché la crisi che sta attanagliando il nostro Paese non ha risparmiato neanche le casse della pur facoltosa famiglia Moratti, ma non si chiuderà entro domenica, così come auspicato da Thohir a inizio settimana. Qual è il nodo da sciogliere? Chiariamo subito che non ci sono problemi di cifre, poiché l’intesa è stata già raggiunta: Thohir preleverà il 75,67% del club pagando in tre anni qualcosa come 346 milioni di euro. Ovviamente, un imprenditore che investe in un’azienda una cifra simile, di conseguenza intende inserire nei posti di rilievo uomini di fiducia. Si parla, infatti, di un vero e proprio repulisti che l’indonesiano metterà in atto il giorno dopo il suo insediamento in società.

Nel cda, Thohir vorrebbe almeno sei dei suoi uomini (così come sono attualmente sei gli uomini di Moratti) e nuovi dirigenti e collaboratori operativi. Si salverebbe solo il tecnico Walter Mazzarri, la cui posizione era data comunque in bilico da alcune indiscrezioni circolate nei giorni scorsi: via il dt Marco Branca, sarà silurato anche l’ad Ausilio e i rispettivi collaboratori, per far posto a Leonardo (fresco di divorzio dal PSG) e ad un nuovo staff. Una rivoluzione (escluso il dg brasiliano), che non va giù a Moratti, che inoltre si chiede come mai, nonostante tutte le garanzie bancarie presentate da Erik Thohir, non abbia mai avuto un contatto con il padre Teddy, colui che ha creato con il suo lavoro l’impero di famiglia.

Mirko Nicolino

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