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La nuova Serie A secondo Tavecchio: 18 squadre e almeno quattro italiani in campo

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Carlo Tavecchio, il nuovo presidente della Figc, vuole dare un calcio alle polemiche attuando il programma che lo ha portato all’elezione alla più alta carica del calcio italiano. Dopo la vittoria ottenuta da Antonio Conte all’esordio sulla panchina della nazionale italiana contro l’Olanda, il numero uno federale è concentrato sul prossimo impegno, la gara di qualificazione agli Europei 2016 in terra di Norvegia, ma prosegue il lavoro con il suo staff per la riforma del calcio italiano, che dovrebbe entrare in vigore a partire dalla stagione sportiva 2015-2016.

Per rilanciare il calcio italiano, in crisi nera ormai da anni, Tavecchio ripartirà dalla riduzione della Serie A a 18 squadre e alla limitazione dell’impiego di calciatori stranieri, imponendo un tetto minimo di italiani in campo. Dopo le anticipazioni dei giorni scorsi da parte della stampa, fonti interne alla Figc confermano l’imminente varo della riforma che andrà a toccare tutti i campionati: la Serie A scenderà a 18 squadre, la B da 22 a 20 con le quattro squadre in esubero che saranno accolte dalla nuova Lega Pro unica. Lo snellimento dei campionati ha il chiaro scopo di alzare il livello del calcio nostrano e al contempo di promuovere in prima squadra i talenti italiani.

A tal scopo, Tavecchio punterà all’approvazione del numero minimo di italiani negli undici titolari: l’obiettivo è quello di iniziare con 4 per arrivare l’anno successivo a sei. Analogamente a quanto accade in Inghilterra, sarà istituita una commissione che dovrà giudicare quali siano gli extracomunitari meritevoli di entrare nel calcio italiano e quali no. Nelle intenzioni del nuovo presidente federale, il regolamento dovrà essere approvato nel giro di otto mesi, in modo da poter essere applicato già a partire dalla stagione sportiva 2015-2016.

“Ho dei contatti con il governo per quanto riguarda gli extracomunitrari – dice Tavecchio a “pezzi da 90″, trasmissione sportiva che va in onda sull’emittente Radio Onda Libera – che devono avere un certo curriculum per giocare in Italia, così come c’è una legge in Inghilterra. Sui comunitari è più difficile per il discorso della libera circolazione dei lavoratori. Potremmo fare altre cose, come ridurre le rose, per favorire un maggior utilizzo degli italiani. Abbiamo allo studio le riforme in un discorso da fare con la Serie A che detiene il monopolio di queste situazioni. La Federazione intende adoperarsi”

Mirko Nicolino

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