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L’Inter di Inzaghi è veramente paragonabile alla Grande Inter di Herrera

Il giornalista Luigi Garlando si è divertito a confrontare minuziosamente la squadra di Helenio Herrera che vinse lo Scudetto della prima stella con quella attuale.

Luigi Garlando sulla Gazzetta dello Sport paragona l’Inter di Helenio Herrera e quella di Simone Inzaghi che si spera porti ugualmente la stella sulla maglia. “Domani a Udine, per la prima volta, Simone Inzaghi siederà in panchina da centenario. Cento vittorie alla guida dell’Inter, come solo tre altri allenatori nella storia del club: Helenio Herrera, Giovanni Trapattoni Roberto Mancini“.

Il paragone in panchina

“Herrera, nel 1965-66, portò sulla maglia nerazzurra la prima stella, a 58 anni dalla fondazione. Inzaghi porterà la seconda, 58 anni dopo la prima. Il Mago e il Demone. Confrontiamo le loro squadre. Partiamo proprio dai due tecnici. Apparentemente stanno agli antipodi. Tanto istrionico e dalla parola scolpita nel marmo, Herrera, quanto cultore del basso profilo, nei modi e nelle dichiarazioni, Inzaghi. Però Helenio lo chiamavano Habla Habla e Simone a bordo campo non sta mai zitto; il «Taca la bala» del Mago è diventato il pressing aggressivo del Demone di Piacenza”. 

Federico Dimarco

Similitudini

L’affinità più marcata sta a sinistra: Facchetti-Dimarco. Diversi per costituzione fisica, gemelli per il turbo offensivo che imprimevano alla squadra. Giacinto in quel campionato stellato andò in doppia cifra (10 gol), una rivoluzione per il calcio di allora. Federico è già in doppia cifra nella somma di gol (5) e assist (6)”.

Difesa e centrocampo

Meno sovrapponibili Burgnich, Guarneri, Picchi, soldati da trincea, con Pavard, Acerbi, Bastoni, incursori da guerriglia. A centrocampo, la coincidenza più visibile è il lancio visionario di Suarez e CalhanogluBarella più protagonista di Bedin“.

I bomber

In quel ’65-66, Mazzola, come Facchetti, ragazzi del ’42, vendemmiò il miglior bottino in carriera: 19 reti. Fu il Lautaro della prima stella, con caratteristiche tecniche diverse. Ai gol, il Baffo aggiungeva una progressione fulminante palla al piede. Ma, soprattutto, a 21 anni, firmò una doppietta in una finale di Coppa Campioni contro il Real di Puskas. Il Toro deve ancora imparare a segnare gol così pesanti. […] Imparagonabile, sull’altra banda, Mariolino Corso, il Piede sinistro di Dio. L’ottimo Thuram, con la sua potenza e la sua buona volontà, è molto più umano”.

“Stelle” a confronto

L’Inter della prima stella si era appena messa alle spalle 2 Coppe Campioni e 2 Intercontinentali. Per questo la chiamavano Grande. Lo è anche questa Inter, vicecampione d’Europa, che ha dominato il campionato. Ma per ora la g va scritta minuscola“.

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