Klopp si presenta al Liverpool: “Sono il Normal One”

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Jurgen Klopp è ufficialmente il nuovo allenatore del Liverpool da giovedì, a darne l’annuncio il club con un comunicato stampa. Ieri è stato poi il giorno della presentazione, il tedesco ha prima visitato Anfield Road, la sua nuova casa, poi ha incontrato i giornalisti, ha risposto con il sorriso sulle labbra a tutte le domande, con il suo solito stile mai banale. Ha firmato un contratto di tre anni con un’opzione per il quarto, di base guadagnerà 5 milioni di sterline, con i bonus può arrivare a 7 milioni, poco meno di 10 milioni di euro. Dati che fanno di lui l’allenatore più pagato della storia dei Reds.

Con questi numeri, ma anche ricordando il suo passato sulla panchina del Mainz, ma soprattutto del Borussia Dortmund, è normale che intorno a Klopp ci fosse molto interesse. L’allenatore, che è stato fermo quattro mesi dopo aver lasciato i gialloneri, ha tenuto a precisare di essere una persona normale, in contrapposizione al famoso Special One di Mourihno, che ha avuto la fortuna di ottenere buoni risultati facendo il lavoro che ama:

Non voglio descrivermi. Qualcuno in questa stanza pensa che sia qui per fare proclami? Non ne farò. Sono una persona normale. Vengo dalla Foresta Nera, mia madre probabilmente sarà a casa davanti alla televisione a guardarmi, non capendo una parola di quello che dico, ma comunque molto orgogliosa. Io sono il Normal One. Sono stato un calciatore nella media, poi sono diventato allenatore in un club speciale come il Mainz, poi ho avuto l’opportunità di guidare il Borussia, un altro club speciale, per sette anni. Per entrambe le parti è stato meglio separarsi e ora sono qua. Spero di divertirmi. Tutti mi hanno parlato male della stampa britannica, tocca a voi dimostrare che sono tutte bugie.

Nessun proclama quindi, Klopp sa che il lavoro che l’attende è difficilissimo, sulla panchina di un club che da tanti, troppi, anni non riesce a vincere in patria. Chiede tempo, di non essere giudicato in fretta:

Quando ho lasciato Dortmund la mia ultima frase è stata: non è importante quello che pensano di te quando arrivi, è più importante quello che pensano quando te ne vai. Per favore dateci il tempo di lavorare, se lo farete questo potrà essere un giorno speciale. La Premier League è un campionato difficile, gli avversari forse sono più forti di noi ma alla maniera speciale del Liverpool possiamo essere vincenti. Non dico che bisogna aspettare vent’anni, ma se fra quattro saremo ancora qui, allora credo che avremo vinto qualcosa.

Klopp ha poi parlato delle emozioni speciali che ha provato entrando per la prima volta a Anfield Road, uno dei tempi del calcio mondiale. Sono queste emozioni che lo hanno spinto ad accettare la proposta del Liverpool, la sua storia e l’atmosfera che si respira intorno al club:

Sono un romantico del calcio, amo le storie, gli eventi storici. È stata la mia prova ad Anfield e mi sono chiesto a lungo come sarebbe stata. Sono una persona fortunata. Ora penso al prossimo allenamento con i giocatori. Ma sono rilassato, ho avuto quattro mesi di vacanza e sono in perfetta forma. Cosa mi ha spinto ad accettare? È stata l’intensità del calcio, di come la gente lo vive a Liverpool e come lo vivono tutti i tifosi in giro per il mondo. Non èun club normale, è un club speciale. Sono stato già in due squadre speciale, essere qui è il perfetto passo successivo e cercherò di fare del mio meglio.

Il lavoro che lo attende sarà durissimo e merita tutti gli in bocca al lupo del caso. Klopp prendere un Liverpool a metà classifica, con 12 punti dopo 8 partite e una distanza di 6 lunghezze dal Manchester City capolista. Il primo appuntamento per vedere il tedesco all’opera è per sabato prossimo quando i Reds saranno ospiti del Tottenham a White Hart Lane.

cesare10

Ingegnere poco più che trentenne, vive in una città con l'anacronistica (cit.) passione per i cavalli. In attesa di guadagnare con i numeri si diverte con le parole. Imbratta il web da tanto tempo. Una volta aveva anche un blog di dubbio successo, ma lo ha chiuso per aprirne uno del quale non ha mai rivelato l'indirizzo, regola che non sfugge a questa biografia: forse anche per questo, ma non solo, non ha lettori. Scrive di calcio per poter comprare il pane. Nel tempo libero scatta fotografie, partecipa a cortometraggi di aspiranti registi slavi e apre tumblr collaborativi con pretese virali. Gli piace guardare le facce delle bariste ogni volta che ordina bitter con gin.

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