Mario Mandzukic come Zlatan Ibrahimovic: dopo aver lasciato il Bayern Monaco, l’attaccante croato si toglie qualche sassolino dalla scarpa attaccando il tecnico spagnolo Pep Guardiola. Proprio l’arrivo dell’ex allenatore del Barcellona in Baviera, è stata la causa principale dell’addio dell’attaccante della nazionale croata, che ha pian piano trovato sempre meno spazio, fino all’ingaggio di Robert Lewandowski che quest’anno lo avrebbe relegato irrimediabilmente ai margini della rosa del Bayern. Ritenuto dai più un abile calcolatore, Guardiola era già finito nel mirino dell’attaccante svedese ora al PSG, che lo attaccò duramente nella sua autobiografia, ora è il bersaglio del centravanti croato.

In estate, Mandzukic si è trasferito all’Atletico Madrid, dopo essere stato accostato per qualche settimana anche alla Juventus. Il croato ha già ammesso di essere stato vicinissimo all’Italia, ma poi ha scelto i ‘Colchoneros’, che a livello internazionale godono in questo momento di maggiore prestigio. Lasciare il Bayern, comunque, non è stato facile e se ci fosse stato un altro allenatore in Germania, probabilmente ora staremmo qui a parlare di un’altra storia. A convincere Mandzukic a lasciare la Baviera, infatti, è stato proprio l’arrivo sulla panchina di Guardiola:

“Appena è arrivato – dice il bomber – , ho capito che nulla sarebbe stato come prima e che il mio tempo al Bayern stava per finire. Mi sono sforzato ad adattarmi, ma era chiaro che non avevo futuro. Così mi sono rassegnato a lasciare il club e ho avuto il tempo di scegliere la mia destinazione”.

Incompatibilità caratteriali e tecniche tra i due, visto che Guardiola ama spesso giocare senza una prima punta di ruolo. Sta di fatto che via via la convivenza è stata sempre più difficile e Mandzukic è convinto che l’allenatore gli abbia fatto pure più di un dispetto, tra cui quello di non fargli vincere volutamente la classifica cannonieri di Bundesliga:

“Guardiola mi ha deluso – aggiunge – Decise di non farmi giocare la finale della coppa di Germania, poi non voleva che vincessi il titolo di capocannoniere della Bundesliga, così non mi ha fatto giocare fino alla fine della stagione. Per me non era una cosa davvero importante, ma l’ho vista come una mancanza di rispetto. Avrebbe avuto molto più senso se mi avesse detto che non rientravo nella sua filosofia. Ma così no: non meritavo un trattamento del genere dopo aver dato tutto nei due anni al Bayern. Con lui non prenderei neppure un caffè”.

Ormai si tratta comunque di un capitolo chiuso e Mandzukic all’Atletico Madrid ha ritrovato la sua migliore dimensione, sia dal punto di vista tecnico, sia ambientale. Con Simeone le cose vanno a gonfie vele e dopo un inizio incerto, la squadra è tornata a girare a mille. Non poteva scegliere di meglio.

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ultimo aggiornamento: 29-10-2014