Serie A, abbonamenti in calo del 6%: male Milan, Napoli e Lazio

Stadi di Serie A sempre più vuoti: abbonati in calo del 6% nella stagione in corso. È l’esito dell’analisi effettuata dal giornalista del Sole 24 Ore, Marco Bellinazzo, tramite il proprio blog. Il trend era già evidente dalla scorsa estate, ma alcuni club hanno poi prolungato la campagna abbonamenti per cercare di vendere qualche tessera in più, quindi solo ora è possibile effettuare un’analisi maggiormente esaustiva. Rispetto allo scorso anno, dunque, coloro i quali hanno prenotato un posto allo stadio sono di meno e il motivo è da addursi principalmente alla delusione per il calciomercato estivo, ma non solo.

In generale, gli abbonati sono scesi del 6% con i picchi raggiunti da Lazio, Milan e Napoli. Capitolini e milanesi, pagano la deludente stagione scorsa e la rifondazione, che sul campo sta dando invece buoni frutti. I partenopei, invece, devono fare i conti con una prematura uscita dalla Champions League che ha inevitabilmente fatto scemare l’entusiasmo, di pari passo con la campagna acquisti priva di colpi di primissimo pelo. La leadership è rimasta in mano alla Juventus, che ha venduto ben 28 mila tessere dopo aver conquistato il terzo scudetto consecutivo. C’è chi sostiene, però, che la Vecchia Signora non avrebbe ottenuto lo stesso risultato, se Antonio Conte avesse lasciato a maggio e non al secondo giorno di ritiro, per far spazio ad un Allegri che non stuzzica la fantasia dei supporters bianconeri.

Al secondo posto è testa a testa tra Roma e Inter, anche se i nerazzurri non hanno ancora chiuso ufficialmente la campagna abbonamenti. Molto bene le neopromosse Cesena ed Empoli, mentre il Torino ha cavalcato l’onda della qualificazione all’Europa League. Singolare il caso dell’Hellas Verona, che nonostante l’ottimo campionato scorso, ha perso circa 2.000 abbonati. Sono rimaste sostanzialmente stabili Fiorentina, Sassuolo e Atalanta. Statistiche frutto di risultati sul campo e campagne acquisti, dicevamo, ma anche influenzate dai fenomeni di violenza mai arginati e da stadi obsoleti e non di proprietà. Il modello Juve insegna.

Mirko Nicolino

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