
Incredibile retroscena per Simone Inzaghi e l'accordo con gli arabi (Foto Instagram - calcioblog.it)
Simone Inzaghi e l’accordo con l’Al-Hilal: spuntano nuovi dettagli che cambiano tutto, anche per l’Inter e il suo mercato.
Certe storie, a volte, esplodono quando meno te lo aspetti. E non perché non ci fossero segnali, ma perché erano talmente nascosti da sembrare quasi innocui. Poi basta una dichiarazione, una frase detta con apparente leggerezza, e tutto prende un’altra piega.
Nelle ultime ore, il silenzio che ha avvolto la partenza di Simone Inzaghi dall’Inter ha cominciato a sbriciolarsi. E quello che sta venendo fuori ha del clamoroso. Perché a quanto pare, il passaggio dell’allenatore piacentino all’Al-Hilal non è stato affatto un fulmine a ciel sereno, come molti avevano lasciato intendere.
Inter e Inzaghi, accordo sul mercato
Anzi, a rimettere ordine in questa vicenda ci ha pensato proprio Esteve Calzada, CEO del club saudita, che alla BBC ha spiegato – in maniera quasi disarmante – che l’accordo con Inzaghi era già stato raggiunto da tempo. Molto prima della finale di Champions League, per essere chiari.
Ecco, rileggendo tutto con il senno di poi, quella dichiarazione suona come un colpo basso. Anche perché se davvero l’intesa era già definita da settimane, allora il silenzio dell’Inter su tutta la questione inizia a puzzare di strategia. Non tanto per mascherare la partenza del tecnico, quanto per gestire internamente un potenziale terremoto di spogliatoio.
Infatti, ciò che trapela – senza essere detto apertamente – è che la società nerazzurra fosse perfettamente consapevole della situazione. Non ufficialmente, certo. Però lo sapevano. Lo sapevano, e hanno preferito non esporsi, probabilmente per evitare di perdere anche i pezzi pregiati della rosa.

È come se tra Inzaghi e la dirigenza si fosse stretto un patto di non belligeranza: tu vai, ma non ci metti in difficoltà. Un gentleman agreement che, a quanto pare, ha retto fino a oggi. Insomma la suggestione è forte, certo siamo nel mondo delle ipotesi per carità nulla di scritto o detto ma si tratta, comunque, di una ipotesi alquanto veritiera. Una di quelle cose che nel mondo del calcio avvengono.
Senza ombra di dubbio, la cosa non è andata giù a tutti in Viale della Liberazione. C’è chi, all’interno della società, ha letto l’addio di Inzaghi come una mancanza di trasparenza. E come dargli torto? In un momento delicato, con un’estate di mercato tutta da costruire, sapere che il proprio allenatore era già con la testa altrove rischiava di compromettere ogni cosa. Però, bisogna anche riconoscere che, da professionista, Inzaghi ha mantenuto fino all’ultimo il profilo basso. Nessuna fuga in avanti, nessun annuncio social, solo silenzio.
Ora però, con queste parole pubbliche da parte di Calzada, il quadro si fa più nitido. Forse persino troppo. Perché se è vero che il tecnico aveva da tempo un piede in Arabia, allora viene naturale chiedersi se certe scelte – di formazione, di gestione, persino di mercato – non fossero già condizionate da un progetto che andava ben oltre l’Inter.
Alla fine, la sensazione è che tutti abbiano giocato una partita doppia. Inzaghi con la sua prossima avventura, l’Inter con la necessità di proteggere i propri interessi. Solo che adesso, con le carte sul tavolo, quel fragile equilibrio rischia di saltare. E il rischio di vedere i sauditi tornare a bussare per Barella, Lautaro o Bastoni non è affatto da escludere.