Inter, Massimo Moratti lascia. Si dimette anche il figlio

Vigilia a dir poco movimentata di Inter-Saint Etienne, la gara in programma stasera alle 21 a San Siro e valida per l’Europa League. Massimo Moratti rinuncia alla carica di presidente onorario dell’Inter offertagli da Erik Thohir nel novembre scorso. E non solo. Rassegnano le dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione Angelomario Moratti, figlio di Massimo, Rinaldo Ghelfi e Alberto Manzonetto. L’annuncio arriva con una nota ufficiale della società dell’ex patron dell’Inter, ancora proprietaria di una quota pari al 29,5% del club nerazzurro:

Internazionale Holding Srl, società facente capo al Dot Massimo Moratti e ai suoi figli, dott. Angelomario Moratti e dot. Giovanni Moratti, e titolare di una partecipazione pari al 29,5% di Fc Internazionale Milano Spa comunica che in data odierna il dott. Angelomario Moratti, il dott. Rinaldo Ghelfi e il dott. Alberto Manzonetto hanno rassegnato ciascuno a titolo individuale le proprie dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione della società F.C. Internazionale Milano S.P.A.. Internazionale Holding Srl comunica inoltre, che il dott. Massimo Moratti in data odierna ha rinunciato alla carica di presidente onorario di F.C Internazionale Milano Spa gentilmente offertagli da Mr Erik Thohir nel novembre dello scorso anno.

Nelle prossime ore saranno rivelate le motivazioni che hanno condotto a questa clamorosa e storica decisione, che chiude, stavolta in tutto e per tutto, l’era Moratti all’Inter. Difficile pensare che sia un caso il fatto che le dimissioni e la rinuncia alla carica arrivino nei giorni della polemica con il mister Mazzarri (che ieri in conferenza stampa aveva risposto alle parole dell’ex presidente, colui che lo ha scelto per la panchina interista dopo la parentesi Stramaccioni) e qualche giorno dopo l’assemblea dei soci di Fc Internazionale durante la quale il Ceo Bolingbroke aveva fatto un non gradito riferimento alla gestione Moratti:

Vogliamo raddrizzare ciò che è andato storto in passato. Quello che è stato è stato, ora pensiamo al futuro.