Con Leandro Castan Sabatini era andato quasi sul sicuro: 26 anni, quelli della maturità calcistica, una Libertadores vinta da protagonista con la maglia del Corinthians, un prezzo accessibile e caratteristiche tecniche che ben si sposavano con il nostro campionato. Quando la Roma ha acquistato questo roccioso difensore centrale l’estate scorsa ben pochi hanno avuto dubbi sulle sue qualità: cinque milioni nelle casse del Timao, contratto quadriennale per lui, subito una maglia da titolare nella capitale. Dopo venti partite (in Serie A) e un gol (contro la Fiorentina), per Castan è già tempo di bilanci e l’intervista rilasciata al quotidiano Leggo (edizione romana) è quanto mai soprendente: scopriamo un ragazzo per nulla scontato, entusiasta, sincero.
Si parte subito dalle differenze tra Zdenek Zeman, suo vecchio allenatore fino ad inizio febbraio, e Aurelio Andreazzoli, l’attuale trainer dei giallorossi che tanto bene sta facendo (13 punti in 6 partite); Castan è perentorio:
“Tante cose sono diverse. Ora l’allenatore parla con i giocatori. In 6 mesi Zeman non ha parlato neanche un giorno con me. Ora c’è armonia, Andreazzoli sin dal primo giorno mi ha chiesto cosa mi piace o cosa no, come bisogna lavorare: è un allenatore giusto. Se vieni a vedere un allenamento oggi ti accorgi quanto è diverso rispetto a prima. Tutti i giocatori si allenano più tranquilli. E in partita si vede, ora giochiamo ogni partita come una finale e possiamo arrivare davvero in alto. Confermare Andreazzoli? Assolutamente sì, io faccio il tifo per lui. È una grande persona e un bravo allenatore. In serie A non vinci 4 partite su 6 a caso, ora siamo una squadra compatta e equilibrata”.
Messaggio ricevuto, Castan non si nasconde. Le spalle larghe ce le ha, ma anche le idee chiare e tra le righe scopriamo un brasiliano atipico. Poca nostalgia di casa e la Nazionale, in cui pure ha giocato due volte, non è una priorità:
“Il Brasile non mi manca. A Roma c’è tutto per stare bene, è una città calda, non come Londra o Torino. Mi manca parte della mia famiglia, ma è normale. Voglio restare qui tanti anni. Più importante il Mondiale o la Roma? Prima viene la Roma, se poi andrò al Mondiale meglio. Questa squadra è fortissima e lo sta dimostrando. Se la società mantiene tutti i giocatori e magari prende un altro campione possiamo puntare al massimo. Di sicuro se non andiamo in Champions quest’anno, ci andremo il prossimo”.
Scala di priorità quantomeno originale, confermata dagli obiettivi stagionali: per Castan infatti è meglio vincere la Coppa Italia che qualificarsi in Champions. Quando gli si chiede se è più forte Neymar o Balotelli non si sbilancia e sceglie entrambi, ma se deve sponsorizzare un compagno, allora va sul sicuro:
“Marquinhos. A 18 anni ha la testa da campione, una grande esperienza e un’umiltà unica. Mamma mia che giocatore, spero non vada via e che Sabatini lo faccia restare a lungo”.
Insomma, Leandro Castan è fermamente convinto della scelta fatta qualche mese fa:
“Mi sono ambientato subito perché in una squadra di grandi giocatori come questa è facile, tutti hanno parlato subito con i nuovi. Sono felicissimo di aver scelto la Roma. La città è fantastica e poi il cibo: si mangia benissimo. Mi piace questo campionato, pieno di fuoriclasse, di tante partite difficili: qui non puoi sbagliare nulla o vieni punito. Ci sono attaccanti fortissimi, basta pensare a Cavani”.
I tifosi romanisti guardano al futuro con ottimismo: Aldair, Zago o Juan, la scuola brasiliana formato difesa fa ancora capo al centro sportivo di Trigoria. Leandro Castan rimarrà giallorosso ancora per molti anni.
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