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Senza Abete e Albertini, in altre parole le alte sfere della FIGC, senza un ct, le dimissioni di Cesare Prandelli saranno accolte, l’Italia avanti a sé pare avere un futuro nebuloso. Con chiunque si proseguirà, in ogni modo, la Nazionale metabolizzerà anche questo fallimento e il nuovo selezionatore dovrà raccogliere i cocci di un gruppo che non è mai esistito per portare – per l’ennesima volta – rinnovata linfa in azzurro. All’indomani del ko contro l’Uruguay non è onestamente il tempo di pensare alla consueta amichevole di agosto, quella in cui esordirà il prossimo allenatore, ma in un modo o nell’altro si arriverà al 9 settembre, un martedì, quando ci toccherà recarci ad Oslo per la prima partita di qualificazione per gli Europei del 2016 contro la Norvegia.
Gli Europei non sono i Mondiali, per vari motivi: è più semplice qualificarsi per la fase finale, tradizionalmente l’Italia soffre più le sudamericane che le selezioni europee e la Francia (dove si disputeranno i prossimi Europei fra 2 anni) non ha l’esotismo del Sudafrica o del Brasile. Eppure nonostante ad oggi siamo ancora i vice-campioni continentali, il viatico per Francia 2016 sarà molto molto importante per il futuro del nostro calcio: la medaglia d’argento di due anni fa fu un misto di fortuna e demeriti altrui (la Croazia che si sgretola all’ultima partita del girone, l’Inghilterra poco fredda ai rigori, la Germania che quando vede azzurro va al tappeto), tra l’altro scaturita dopo il più pesante ko in una finale, 4-0 senza giocare contro la Spagna.
Fu una parentesi che col senno di poi ci ha fatto più male che bene, illudendo Cesare Prandelli e qualche giocatore che la strada intrapresa fosse quella giusta. Dopo il flop del 2010, quello di quest’anno ha certificato che non abbiamo intrapreso nessuna strada: le prossime qualificazioni europee saranno dunque una ghiotta opportunità per il ct che verrà, l’occasione di dare un gioco a una Nazionale che di gioco non ne ha da decenni (ce n’era più con Trapattoni che con Lippi campione del mondo), il tutto in partite ufficiali dal basso coefficiente di difficoltà (ma per i nostri ogni “impresa” è possibile, come quella di pareggiare in casa con l’Armenia e perdere dunque il posto di testa di serie a Brasile 2014).
Dalla prossima edizione agli Europei parteciperanno 24 e non più 16 squadre; questo vuol dire che le qualificazioni, a cui non prenderà parte la già ammessa di diritto Francia, non dovrebbero riservare grandi sorprese. Andranno avanti le prime due di ognuno dei nove gironi, più la migliore terza, mentre le altre terze si sfideranno nei play-off (quattro doppie sfide) che completeranno il quadro delle 24. L’Italia è inserita nel Gruppo H insieme a Norvegia, Croazia e Bulgaria, più le oggettivamente modeste nazionali di Azerbaijan e Malta; questo il calendario completo delle partite:
9 settembre 2014, Norvegia – Italia
10 ottobre 2014, Italia – Azerbaijan
13 ottobre 2014, Malta – Italia
16 novembre 2014, Italia – Croazia
28 marzo 2015, Bulgaria – Italia
12 giugno 2015, Croazia – Italia
3 settembre 2015, Italia – Malta
6 settembre 2015, Italia – Bulgaria
10 ottobre 2015, Azerbaijan – Italia
13 ottobre 2015, Italia – Norvegia
La prospettiva di riabilitarsi agli occhi quanto meno dell’Europa, un girone non fantascientifico e la voglia di far affezionare nuovamente i tifosi italiani alla Nazionale: il commissario tecnico del domani dovrà aver stampate bene in mente le date delle partite sopra riportate. Da queste dieci sfide dipenderà molto, molto del nostro calcio, della nostra autostima, della nostro orgoglio di tifare per i colori azzurri: chissà che per una volta seguiremo anche le partite di qualificazione, di solito bellamente snobbate dal controverso pubblico italiano.
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