È andata oggi in scena la consueta Assemblea degli Azionisti della Juventus, evento dove ha preso la parola anche il presidente Gianluca Ferrero, che ha fatto il punto su diverse questioni extra-campo che coinvolgono la società bianconera. Cosa traspare dalle sue parole? Vediamolo nel dettaglio.
In primis, il numero uno bianconero ha voluto discutere dei procedimenti sportivi che hanno visto il club colpito a più riprese nella passata stagione. Si fa quindi riferimento alle manovre stipendi e plusvalenze, ormai note a tutto il popolo juventino, che hanno fatto ballare la squadra in classifica da gennaio in poi, fino a farla chiudere al settimo posto in classifica, prima che l’UEFA decidesse per l’esclusione dalle coppe europee per un anno. Procedimenti morti e sepolti in questo 2023, con la spada di Damocle rappresentata dalla Procura che non potrà quindi tornare a colpire.
Il processo penale, ossia l’indagine da cui sono scaturite tutte le altre, è ancora pendente, con la Corte penale ha dichiarato incompetente la sede di Torino e spostato il tutto a Roma. Aggiornamenti significativi in merito, come dichiarato dallo stesso Ferrero, ad oggi non ce ne sono. A differenza invece dei procedimenti con la Consob, che ha contestato i bilanci pubblicati, chiedendo alla stessa Juventus di pubblicare poi i cosiddetti pro-forma. Il club, dal canto suo, ha sempre dichiarato di aver agito nella maniera più corretta possibile, mentre le indicazioni della stessa Consob non trovano conferme nei metodi con i quali ha operato la società e questo è già stato sottolineato. L’impatto che non deriva dal passato ma nell’anno del bilancio è minimo. Un esempio? L’operazione Dragusin-Cambiaso, che ha portato ad una plusvalenza di 2.5 milioni di euro, a fronte di quella che è stata una doppia compravendita a cui la Juve ha dato una contropartita da 3.5 milioni. Il resto sono tutte operazioni che ci si trascina dietro da diversi anni e per le quali ne occorreranno almeno un altro paio prima che ne svaniscano definitivamente gli effetti.
Qui la posizione della Juve è stata espressa a più riprese nei comunicati stampa condivisi dal club. La società ha deciso di uscire da una competizione dedicata ad un numero ristetto di squadre. Inoltrata una richiesta di rescindere il contratto firmato nel 2020, il club bianconero ha seguito l’esempio dell’80% dei club “ribelli” che hanno deciso a capo chino di fare un passo indietro. Il prossimo passo in merito sarà la sentenza della corte europea del 21 dicembre. Solo da lì in poi si potranno prendere nuove decisioni, ma sempre in accordo con gli altri grandi club del calcio europeo e senza ribellarsi nuovamente all’UEFA, con la quale i rapporti ora sono certamente più distesi rispetto a quanto non lo fossero mesi fa.
Dopo le tante critiche ricevute, Ferrero ha voluto rispondere anche a chi lo accusava di non aver difeso la società Juventus nelle opportune sedi, accettando le varie sentenze che, a molti, sono sembrate assurde per la realtà dei reati commessi. «Qualche giorno dopo essere eletto presidente mi hanno informato che c’era un processo a Milano, ho deciso di partecipare anche io. Esco da lì con meno 15 punti, sostanzialmente fuori da qualunque zona coppe. Quello era un Tribunale sportivo, del quale ho accettato giocando a calcio. Ho detto ‘Certo che ci difendiamo’, ma nelle sedi competenti, ossia di fronte al Collegio di Garanzia del CONI. Assoldo i migliori avvocati e vado avanti, combattiamo, e arriviamo al -10. Questo consente di entrare in zona Uefa. I processi si esauriscono, ma c’è un grado ultimo perché i processi possono andare avanti. Arrivati all’ultimo grado ci siamo fermati, abbiamo rispettato le sentenze» ha dichiarato, continuando poi con quanto successo con l’UEFA: «Non potevamo stare fuori 2 o 3 anni fuori da queste competizioni. Con la sorta di patteggiamento, ci siamo adeguati a quanto deciso dall’Uefa, rinunciando alla Conference League. Questo è quello che io ho inteso difendermi nelle sedi competenti, rispettando gli organi di giustizia». E da qui, il messaggio che passa, è che la Juve le abbia provate tutte per difendersi, ma di più non si poteva fare.
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