
A man stands at the entrance of the Parma FC training centre in Collecchio near Parma on March 6, 2015. The Italian professional football league (Lega) voted in favour of loaning Parma five million euros in a bid to help the cash-strapped Serie A side see out the remainder of the season. Parma will now be in a position to host Atalanta in the league on March 8, their unpaid players having refused to play their last two league games, at Genoa away and at home to Udinese. AFP PHOTO / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)
Si è svolta oggi l’udienza che ha decretato il fallimento del Parma Calcio e durante la quale si è anche provveduto ad autorizzare l’esercizio provvisorio e a nominare i curatori fallimentari che sono due commercialisti: Angelo Anedda, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti di Parma, e Alberto Guiotto, membro della commissione di riforma del diritto fallimentare.
Il debitore è il Parma Calcio, mentre Giampietro Manenti, arrestato ieri, ha inviato una dichiarazione con la quale ha rinunciato a essere presente all’udienza di oggi. Ora il giudice e il Presidente del Tribunale di Parma notificheranno il fallimento ed entreranno in scena i curatori che si occuperanno di fare in modo che l’esercizio provvisorio che è stato autorizzato dal Tribunale sfoci in una vendita della società.
La prima cosa da capire è se domenica sera, alle 20:45, la partita di campionato in programma contro il Torino si disputerà oppure no. Secondo Osvaldo Riccobene, Presidente del collegio sindacale, domenica si potrebbe giocare, perché se non si entrasse in campo il danno sarete enorme e almeno per la partita contro il Torino dovrebbero esserci le condizioni per disputare il match.
Riccobene ha anche detto che orma la priorità è mantenere il valore patrimoniale della società e l’attenzione è rivolta sopratutto ai dipendenti e ai giocatori perché sono loro che costituiscono il vero valore del Parma. Ha aggiunto che non ci sono precedenti giurisprudenziali simili e che questo del Parma è un caso più unico che raro. Riccobene, in qualità di rappresentante della società, ha preso parte dall’udienza e non si è opposto alla richiesta del Procuratore di dichiarare il fallimento della società.