
MILAN, ITALY - SEPTEMBER 13: AC Milan coach Sinisa Mihajlovic shows his dejection at the end of the Serie A match between FC Internazionale Milano and AC Milan at Stadio Giuseppe Meazza on September 13, 2015 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
[blogo-video id=”675776″ title=”Mihajlovic: “Giochiamo solo un tempo”” content=”” provider=”digitalbees” image_url=”https://media.calcioblog.it/8/825/56081282e5e168fe774ea763.png” thumb_maxres=”0″ url=”56081282e5e168fe774ea763″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fNjc1Nzc2JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PHNjcmlwdD4NCiAgICB2YXIgX3NyYXBpcSA9IF9zcmFwaXEgfHwgW107DQogICAgaWRfb2JqID0gMzc1Mjg7DQogICAgaWRfZGl2ID0gJ3ZpZGVvXycraWRfb2JqOw0KICAgIGFkdlVybCA9ICcnOw0KICAgIHBsYXllclR5cGUgPSAnJzsNCiAgICBfc3JhcGlxLnB1c2goWydpbml0JywgJzg5ZGY0M2YwZTRhOTM1N2ZiJ10pOw0KICAgIF9zcmFwaXEucHVzaChbJ2VtYmVkVmlkZW8nLCBpZF9kaXYgLCAnNTYwODEyODJlNWUxNjhmZTc3NGVhNzYzJywgJycsIGlkX29ial0pOw0KICAgIChmdW5jdGlvbiAoKSB7DQogICAgICAgIHZhciBzciA9IGRvY3VtZW50LmNyZWF0ZUVsZW1lbnQoJ3NjcmlwdCcpOw0KICAgICAgICBzci50eXBlID0gJ3RleHQvamF2YXNjcmlwdCc7DQogICAgICAgIHNyLmFzeW5jID0gdHJ1ZTsNCiAgICAgICAgc3Iuc3JjID0gImh0dHA6Ly9zZGsuZGlnaXRhbGJlZXMuaXQvanNzZGsuanMiOw0KICAgICAgICB2YXIgcyA9IGRvY3VtZW50LmdldEVsZW1lbnRzQnlUYWdOYW1lKCdzY3JpcHQnKVswXTsNCiAgICAgICAgcy5wYXJlbnROb2RlLmluc2VydEJlZm9yZShzciwgcyk7DQogICAgfSkoKTsNCjwvc2NyaXB0Pg0KPGRpdiBpZD0idmlkZW9fMzc1MjgiID4gPC9kaXY+PHN0eWxlPiNtcC12aWRlb19jb250ZW50X182NzU3NzZ7cG9zaXRpb246IHJlbGF0aXZlO3BhZGRpbmctYm90dG9tOiA1Ni4yNSU7aGVpZ2h0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7b3ZlcmZsb3c6IGhpZGRlbjt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O30gI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzY3NTc3NiAuYnJpZCwgI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzY3NTc3NiBpZnJhbWUge3Bvc2l0aW9uOiBhYnNvbHV0ZSAhaW1wb3J0YW50O3RvcDogMCAhaW1wb3J0YW50OyBsZWZ0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDtoZWlnaHQ6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9PC9zdHlsZT48L2Rpdj4=”]
Il Milan di Mihajlovic peggio di quello di Inzaghi, almeno per il momento. Non è ancora tempo di bilanci, sia chiaro, ma dopo sei partite i numeri – che non mentono mai – dicono che il tecnico serbo non sta facendo meglio del suo predecessore. Il Milan rimane convalescente e nemmeno la cura di Sinisa Mihalovic sta dando i frutti sperati. C’è chi parla di un Milan più solido e concreto, ma se confrontiamo i dati con quello dello stesso periodo dello scorso anno, qualcosa non torna. Dopo sei partite, il Milan di Filippo Inzaghi aveva 11 punti in classifica, contro i 9 di oggi, e aveva anche una differenza reti migliore: 9 gol subiti (come il Milan 2015-2016) ma 13 quelli segnati, contro gli 8 attuali.
Ovviamente, non si può di certo bocciare in toto il lavoro fin qui svolto da Mihajlovic, ma quel che è certo è che la strada sia ancora in salita. Nonostante siano cambiati gli interpreti, la difesa, ad esempio, continua a prendere gol molto facilmente e l’attacco, nel quale sono stati innestati elementi del calibro di Bacca, Luiz Adriano e Balotelli, segna meno rispetto all’anno scorso, quando quasi tutto il peso del reparto offensivo era affidato all’estro del francese Menez. La costante rispetto al Milan di Inzaghi, è comunque la mancanza di cattiveria e di gioco da parte dei giocatori di Mihajlovic: come sottolineato dallo stesso tecnico serbo al termine della gara persa ieri contro il Genoa, i rossoneri regalano spesso un tempo agli avversari.
A ciò, si aggiunga il fatto che l’allenatore non è riuscito ancora a trovare il trequartista giusto da piazzare dietro le punte: se si eccettua l’esperimento estemporaneo di Marassi con Balotelli, ci ha provato fin qui con Honda, Suso e Bonaventura, e l’ex Atalanta è stato l’unico a dare qualche risposta positiva. Insomma, il rischio è che per l’ansia da risultato, Mihajlovic vada in confusione, come testimonierebbe la scelta di De Jong al posto di Kucka nel ruolo di mezzala: con il ritorno di Montolivo, l’olandese è stato spostato in un ruolo non suo, prima del prossimo match casalingo contro il Napoli bisogna assolutamente trovare la quadratura del cerchio.