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Chievo, Sartori conferma Sannino e spiega: “La sconfitta con la Juve ha cambiato tutto”

Spesso si sente parlare di “Miracolo Chievo”, il pensiero va subito a quella squadra guidata da Gigi Delneri che nell’estate del 2001 si affacciò in Serie A, pochi immaginavano che avrebbe saputo mantenere la categoria, ancora meno pensavano che a distanza di dodici anni è ancora lì senza averla mai lasciata, eccezion fatta per una singola stagione di purgatorio in Serie B. Sono tanti i motivi che possono spiegare un exploit del genere, una società sana e poco incline all’isteria che in genere contraddistingue la gestione delle altre piccole. Ma c’è un filo conduttore che tiene insieme tutte le stagioni della storia recente gialloblu e risponde al nome di Giovanni Sartori.

Ex calciatore, ha vinto lo scudetto della stella con il Milan, ha chiuso la carriera proprio a Verona, poi la lunga carriera da dirigente, è in carica dal 1992. Gli appassionati di calcio sanno sicuramente chi è e molto probabilmente lo stimano per il lavoro che svolge, gli addetti ai lavori spesso hanno provato a strapparlo al Chievo, l’ultimo tentativo lo ha fatto Cairo che lo voleva nel suo Torino, ma il presidente Luca Campdelli ha preferito non rinunciare al lavoro del suo direttore sportivo, un motivo ci sarà. Sartori è bravo sul mercato, riesce a imbastire squadre di tutto rispetto pur non avendo a disposizione tantissimi soldi a disposizione, ma è bravo anche e soprattutto a gestire quel sottile equilibrio che lega società, allenatore e giocatore. Il modo di gestire questo periodo negativo, il Chievo è ultimo in classifica, ne è la prova indiscutibile. Oggi il ds clivense ha parlato ai microfoni di Rete Sport per provare a spiegare il perché di questo inizio di stagione deludente e individua una partita come momento di svolta dopo un inizio non male:

Siamo partiti meglio degli anni precedenti sotto certi aspetti, effettivamente alla squadra non posso dire nulla sotto l’aspetto dell’impegno, tranne che per un paio di partite. La costante purtroppo è negativa, anche quando abbiamo fatto prestazioni buone come con il Genoa. Stiamo pagando ogni singolo errore. Non so se la sconfitta con la Juve ha influito, ma una cosa è certa: da quel momento in poi è cambiato tutto, abbiamo avuto una serie di situazioni negative a partire da quell’episodio. Sarebbe troppo difficile capire se in effetti è stato quello, posso però dire che quel fatto specifico sui giocatori non ha inciso più di tanto, anche se certe sicurezze sono venute meno. Speriamo che ad un primo risultato positivo tutto possa tornare come prima.

Ma come si diceva prima a Verona, sponda Chievo, non sono abituati a farsi prendere dall’ansia e preferiscono affrontare con calma i problemi. Dopo la sconfitta con la Fiorentina la società ha analizzato la situazione, ha fatto le sue valutazioni e ha preso la decisione più assurda, ha confermato il suo allenatore, nonostante l’ultimo posto in classifica e le cinque sconfitte di fila:

Andiamo avanti con Sannino, poi quello che succederà non so dirlo. Per ora proseguiamo con lui, perché errori macroscopici da imputare al tecnico non ce ne sono. Purtroppo a volte i risultati influiscono, noi per ora non vogliamo farci influenzare.

Il calendario mette però sulla strada del Chievo il peggior avversario possibile, la Roma dei record, delle nove vittorie consecutive a caccia della decima per raggiungere un traguardo mai riuscito prima a nessuno, le premesse non sono buone. Sartori non ha difficoltà a riconoscere la forza del prossimo avversario, si dice sorpreso solo nella dimensione di quanto stanno facendo i giallorossi, non certo però nella sostanza:

Io onestamente devo dire che 9 vittorie consecutive e 27 punti non li prevedevo, e sfido chiunque ad averlo previsto. Il segreto è frutto di varie componenti: l’allenatore ha dato qualcosa in più, la campagna acquisti rispetto all’anno scorso ed i risultati che consolidano il gruppo. Cosa mi piace di loro? Tutto il complesso, è una squadra armonica. A me però è sempre piaciuto molto Benatia, e quest’anno ha confermato quello che pensavo. Ha dato quel qualcosa in più che mancava.

Così il Chievo si prepara a partire per Roma, i gialloblu approfitteranno della visita alla capitale per passare in San Pietro dove saranno ricevuti dal Papa, Sartori assicura che la visita è motivata dalla sola fede, anche se non rifiuterebbe qualche aiutino di natura divina: “Noi in cerca di una benedizione? Sarebbe semplice dire di sì, ma non andiamo per quello. Andiamo per motivi di fede, ma se ci venisse data anche per l’ambito sportivo non la rifiuteremmo”. Noi possiamo augurare in bocca a lupo a Sartori e al suo Chievo, giovedì il finale sembra scritto, ma il calcio è bello anche per le sorprese che sa riservare, lo sanno bene a Verona dove da dodici anni a questa parte hanno imparato a credere ai “mussi volanti”.



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