Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico nominato dal governo per affrontare l’emergenza coronavirus è preoccupato per la riapertura degli stadi avvenuta ieri. In impianti in grado di contenere diverse decine di migliaia di spettatori, è stato dato l’accesso a 1.000 persone, nella maggior parte dei casi scelte dai club e dagli sponsor degli stessi. L’idea è quella di ampliare la capienza gradualmente, ma di fronte alle richieste di aumentare gli ingressi negli impianti, Miozzo ricorda “le conseguenze drammatiche che ha avuto Atalanta-Valencia del 19 febbraio”.

CTS: no agli stadi di calcio, ma gli altri eventi?

Il coordinatore del CTS è sicuro che “aprire con più di mille spettatori è, in questo momento, impensabile”. “Pensare di riempire gli spalti sarebbe una follia”, spiega riferendosi alle scelte adottate in altri Paesi dell’UE. In Germania, ad esempio, le istituzioni hanno dato il via libera al 20% della capienza degli stadi che rispettino le norme anti-covid. Del resto, viene spontaneo chiedersi dove erano Miozzo e il CTS quando ad inizio settembre, in occasione del GP di Misano venivano coinvolti nell’intero weekend oltre 20mila spettatori. Probabilmente al virus non interessano gli eventi motoristici… E nemmeno il mare, perché al di là di ogni protocollo previsto (distanziamento, vigilantes comunali sulle spiagge, spostamenti scagionati), questa estate si è assistito ad assembramenti incontrollati in ogni dove, soprattutto sui mezzi pubblici e nelle discoteche.

Possibile che il problema più grave della pandemia sia la gestione dei flussi di numeri limitati di tifosi prima, durante e dopo le partite di calcio? Qualquadra non cosa.

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ultimo aggiornamento: 21-09-2020


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