
Panico Psg, Parigi trema: rischio retrocessione - Calcioblog.it (screen Youtube)
Il Psg ha coronato il sogno di una vita con la vittoria della Champions League, ma per la squadra parigina la retrocessione non è cosa così lontana dalla realtà.
Il Paris Saint-Germain è finalmente salito sul trono d’Europa. Dopo anni di rincorse, delusioni e milioni investiti, la squadra allenata da Luis Enrique ha conquistato la tanto agognata Champions League, con una vittoria roboante e clamorosa contro l’Inter, schiantata 5-0 in una serata di calcio totale che a Monaco di Baviera verrà ricordata a lungo, e a Milano forse ancora di più. L’immagine del PSG che alza la coppa dalle grandi orecchie ha rappresentato il coronamento di un progetto costruito su fondamenta dorate, ma non sempre solide. Dal 2011, anno dell’acquisizione da parte del fondo qatariota QSI, il club ha speso oltre 2,2 miliardi di euro in trasferimenti. Una cifra astronomica che ha portato a Parigi nomi altisonanti come Zlatan Ibrahimovic, Neymar, Mbappé e Messi, ma che ha faticato, fino ad oggi, a tramutarsi in successi europei.
La stagione 2024-25 ha visto finalmente un equilibrio perfetto tra talento e organizzazione, tra qualità individuali e rigore tattico. Solo la sconfitta nella finale del Mondiale per Club contro il sorprendente Chelsea di Maresca ha impedito il successo pieno, ma nessuno a Parigi sembra lamentarsi. Oggi il PSG è una macchina da guerra che fa paura in campo e seduce fuori, con sponsor, marketing e brand globale. Ma non è sempre stato così. Dietro il colosso moderno si nasconde una storia recente molto meno scintillante. Una storia che inizia da uno spogliatoio spaccato, e da un allenamento… al limite del surreale.
Sorin e quell’allenamento da sbronzi che salvò la stagione del PSG
Corre l’anno 2003. A guidare il PSG non c’è un tecnico blasonato, ma l’ex giocatore Vahid Halilhodzic. In rosa c’è anche Juan Pablo Sorin, esterno argentino dal carattere forte e dal sinistro educato. Il PSG naviga in cattive acque, è 15esimo in classifica e lo spogliatoio è un mosaico disordinato di clan e incomprensioni: sudamericani che non parlano tra loro, francesi distaccati, tensione palpabile. Serve una scossa, un momento di verità. Così Sorin prende l’iniziativa: organizza una cena di squadra con il benestare del capitano Frederic Dehu. Si mangia, si beve, si ride. L’alcol scorre abbondante e la serata si prolunga ben oltre le intenzioni. Qualcuno fuma sigari, altri non stanno più in piedi. Il problema è che il mattino dopo c’è allenamento. Sorin prega che ci sia una riunione tattica, invece Halilhodzic distribuisce le pettorine per la partitella.

Appena il pallone vola alto, Sorin tenta un colpo di testa, lo manca clamorosamente e cade. Halilhodzic lo guarda, fischia la fine e manda tutti sotto la doccia. Quel grottesco allenamento sarà l’ultimo prima di una clamorosa rinascita: da lì in avanti, il PSG infila 26 partite senza sconfitte, risale fino al secondo posto in campionato e vince la Coppa di Francia. Anni dopo, Sorin ricorderà quell’episodio come “l’allenamento più divertente della mia vita”. Una sbronza collettiva che, paradossalmente, cementò il gruppo e salvò la stagione. E che oggi, con una Champions in bacheca, resta una favola da spogliatoio, l’altra faccia della gloria.