La Procura di Cremona ha chiuso l’inchiesta sul calcioscommesse nell’ambito della quale si prospetta il rinvio a giudizio per 130 indagati tra calciatori (alcuni in attività, altri ex), allenatori e dirigenti. Tra questi c’è anche il commissario tecnico della nazionale ed ex allenatore della Juventus, Antonio Conte, su cui pende un’accusa grave, quella di frode sportiva per il periodo in cui allenava il Siena. Per altri, come il capitano della Lazio Stefano Mauri, Beppe Signori e Cristiano Doni, il reato contestato è di associazione a delinquere. È stata chiesta invece l’archiviazione per Leonardo Bonucci e Domenico Criscito.

Tra intercettazioni, interrogatori, pedinamenti e altro materiale, la Procura ha lavorato a questa inchiesta per quattro anni, coinvolgendo circa 250 calciatori, per la maggior parte dei quali sarà chiesta l’archiviazione, mentre per un centinaio si contesta il reato di frode e per una cinquantina quello di associazione a delinquere. Tra gli indagati c’è anche l’allenatore dell’Atalanta Stefano Colantuono.

L’udienza preliminare si svolgerà in primavera, mentre il processo con molta probabilità comincerà in autunno.

L’accusa contro Antonio Conte

Antonio Conte, lo ricordiamo, è indagato per aver permesso alla squadra che allenava, il Siena, di decidere se giocare davvero contro l’Albinoleffe oppure far vincere gli avversari e inoltre sarebbe stato a conoscenza anche dell’accordo tra i giocatori per far vincere il Novara in un’altra partita di campionato.
Inoltre Conte, dal punto di vista della giustizia sportiva, è stato squalificato quattro mesi per omissione di denuncia in relazione alla partita Bari-Salernitana, per la quale è stato interrogato nell’ambito del ramo di inchiesta nel capoluogo pugliese. In quel caso durante l’interrogatorio Conte si definì un “c*glione” per non essersi accorto di quello che succedeva nello spogliatoio, ma la giustizia sportiva ha ridimensionato le accuse nei suoi confronti squalificandolo appunto per omessa denuncia e non per frode.

La Procura di Cremona, invece, insiste sulla frode sportiva per Conte così come insiste sull’associazione a delinquere per Stefano Mauri che, per questo reato, fu anche arrestato.

In particolare, negli atti redatti dal procuratore di Cremona Roberto Di Martino, si legge:

“L’allenatore del Siena Conte comunicava ai giocatori del Siena che era stato raggiunto dalle squadre l’accordo sul pareggio, così condizionando, anche in considerazione del ruolo di superiorità nei confronti dei calciatori della sua squadra, il risultato”

Su Albinoleffe-Siena del 29 maggio 2011 è scritto:

“Stellini, allenatore in seconda del Siena, di comune accordo con dirigenti e allenatori della squadra, già subito dopo la partita di andata Siena-Abinoleffe dell’8.1.2011, vinta dal Siena per 1-0, chiedeva a Carobbio e a Terzi, giocatori del Siena, quest’ultimo in buoni rapporti con Bombardini dell’Albinoleffe, di prendere un accordo, di comune utilità, diretto a ‘pilotare’ il risultato della partita di ritorno”

Di Martino aggiunge:

“Alcuni giorni prima della partita di ritorno, quando all’ultima giornata di campionato di serie B il Siena aveva già conquistato la promozione in Serie A, laddove all’Albinoleffe occorrevano punti per accedere ai ‘play off’, aveva luogo una riunione tecnica alla quale erano presenti l’allenatore Conte Antonio, il vice allenatore Alessio Angelo, il collaboratore tecnico Stellini, il preparatore dei portieri Savorani e l’intera squadra del Siena, in occasione della quale, anche a seguito del ‘benestare’ di Conte, veniva presa la decisione definitiva di lasciare la vittoria all’Albinoleffe, nell’ambito di un contesto in cui si teneva conto anche del risultato della partita d’andata, vinta dal Siena”

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ultimo aggiornamento: 09-02-2015